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Verum ipsum factum

Dalla curva trisettrice alla curva asimmetrica. Origini e crescita dell’immaginazione scientifica (V sec. a. C. - XIX sec. d. C.)

by Mino B. C. Garzia (Author)
©2018 Monographs 300 Pages

Summary

Questi lineamenti per una storia dell’immaginazione scientifica mettono in evidenza: la crescita – nei tempi moderni – dai diplomatici veneziani alla computisteria in Firenze; crescita prima di tutto descrittiva, classificatoria e quantitativa; l’ethos che anima la conoscenza è quello della civiltà italica e poi cristiana della Chiesa di Roma e italiana; ethos che è sintesi del precedente pensiero e pratica, prima italico-greca e poi romana; tale ethos si è incarnato per primo nel monachesimo italiano; in Italia si sviluppa per primo un atteggiamento conoscitivo che, dalla considerazione della persona nella comunità come totalità e della persona in interazione con gli altri singoli, procede poi alla raccolta quantitativa e significativa dei dati che “coll’induzione e la deduzione giunge a teoremi che verifica coll’esperienza”.

Table Of Contents

  • Cover
  • Titolo
  • Copyright
  • Sull’autore
  • Sul libro
  • Questa edizione in formato eBook può essere citata
  • Indice
  • Introduzione
  • Della storia della conoscenza e delle scienze
  • Un cammino a ritroso: dalla curva asimmetrica di Pareto alla curva trisettrice di Ippia passando per il Liber Secretorum
  • Una scuola italica e italiana: comunità politiche e quantità
  • Sette aspetti per una storia dell’analisi sociologica
  • Immaginazione del presente e del passato: prima di trovare un metodo bisogna trovare l’oggetto. Il verum-factum di Vico e una “nuova scienza della natura delle nazioni”
  • La nostra ipotesi.
  • Dedica, riconoscimenti, ringraziamenti
  • Polimathia
  • Greci. Antiche scuole italo-greche
  • Passione per il concetto e per la logica
  • La preminenza della parola e del linguaggio. La polis e i Sofisti
  • Ricerca degli invarianti
  • I sofisti
  • Ippia di Elide
  • Protagora e l’εὐβουλία
  • Matematica e deduzione
  • Socrate: verità e menzogna nel calcolo, nei numeri, in geometria, in astronomia
  • Induzione e classificazione
  • Scuole ellenistiche: probabilismo e un esempio di sociologia vichiana ante litteram
  • Verso una scienza unificata
  • Romani. Una scienza unica
  • Reciproca ammirazione tra greci e romani
  • Come osservare le cose di quaggiù
  • Organizzazione politico-amministrativa
  • Ingegneria, agricoltura, commerci
  • Un preciso universo sociologico e il diritto
  • Cristianesimo prima di Cristo. Stoici
  • L’Iliade e il Vangelo
  • Greco-romano-cristiani. Il concetto di ragione alla base della fede: Agostino
  • Diffusione delle conoscenze (Cassiodoro, Isidoro)
  • Il VI secolo. Un ponte e quattro notevoli personaggi: Boezio, Benedetto, Gregorio, Giustiniano
  • Impresa e spirito creativo: Benedetto e il monachesimo sociologico
  • La nuova forma della civiltà italo-greco-romana: la cristiano-occidentale. Gregorio Magno e i criteri sociologici di comando
  • La scienza moderna deriva da Roma non meno che dalla Grecia
  • Età di transizione e di trasformazione: un’unica tecnologia sociologica dalla civiltà romana alla civiltà italiana
  • Cristianesimo e tradizione classica, scuole e università. Dal latino alle lingue neolatine
  • Monachesimo e bellezza. Una concezione italico-greco-romana
  • Trasmissione del sapere
  • Universo sociologico del monachesimo: misura, ordine, disciplina interiore
  • La città artigiana e il commercio
  • Impero romano d’oriente (cultura greco-bizantina).
  • Accelerazione nell’innovazione sociologica
  • L’XI secolo. Formazione dei Comuni; Albertano da Brescia e l’impresa
  • Honorantie civitatis Papie, Libri urbarii o delle donazioni)
  • Il XII secolo. Università; Le ripartizioni delle arti liberali: Ugo di S. Vittore; Bernardo di Chartres: ‘nani sulle spalle di giganti’
  • L’Italia culla del pensiero moderno
  • Le traduzioni di Giacomo Veneto
  • Comuni, libertà e mercatura
  • Il XIII secolo. Gli italiani inventano biografia, topografia, sociografia
  • Federico II e la bellezza della sapienza
  • Filosofia. La propensione all’innovazione; Tommaso d’Aquino, Bonaventura da Bagnoreggio, Alberto Magno; Bestiari, lapidari, erbari
  • Dal latino all’italiano (al volgare); Gli italiani alla scoperta del mondo
  • Prospetto statistico di Milano
  • Computisteria e partita doppia
  • Leonardo Fibonacci
  • Il sistema posizionale decimale e lo zero; La notazione; La notazione in India; Lo zero ha origine nel mondo greco; Il Brahmasphuta Siddhanta indiano; Diofanto.
  • Il XIV secolo della computabilità su larga scala
  • Empirismo e scienza degli italiani
  • Italia settentrionale, centrale, meridionale (Venezia, Firenze, Roma, Napoli)
  • Fede religiosa e interessi umani e sociologici (Petrarca, Boccaccio, Compagni, Villani)
  • Contabilità, esperimenti politici, statistica
  • Computo della vita a Firenze
  • Potenze economiche e calcolo in Italia
  • L’indagine sociologica nelle relazioni dei diplomatici veneziani
  • Bilancia politica. Marin Sanudo il vecchio e il Liber secretorum (1306).
  • Il XV secolo della computabilità e descrizione:
  • Il secolo delle invenzioni sociologiche. De dignitate et excellentia hominis: esaltazione dell’ingegno umano, dell’intelligenza del singolo individuo
  • La storia dipende dalla volontà dei singoli
  • Gli antichi come modello
  • Collezioni di codici, la stampa, le scuole pubbliche
  • Enea Silvio Piccolomini (Pio II): le descrizioni sociologiche, architettura cittadina, sociografia
  • L. B. Alberti: educazione ed amministrazione
  • L. Pacioli: contabilità, partita doppia e commercio razionale
  • Leonardo da Vinci: “la sapienza è figliola della sperienza”
  • La ‘Ragion di Stato’ negli italiani del Rinascimento
  • Venezia: il Prospetto di Mocenigo.
  • Il XVI secolo della ‘ragion di stato’
  • Splendore, catastrofi e sfide nel primo Cinquecento
  • Machiavelli: descrizione di costumi e condizioni politiche
  • F. Guicciardini: descrizione di caratteri
  • Giovio, maestro nei colloqui e resoconti
  • Contarini: Venezia e la sua perfetta organizzazione politica
  • Aconcio e la maniera retta di investigare
  • Botero, la ‘ragion di stato e le ‘relazioni universali’
  • F. M. Sansovino del governo e dell’amministrazione
  • L. Guicciardini e la Descrittione: “le chef-d’oeuvre de la littérature descriptive et quantitative de la Renaissance”
  • S. Mazella e la Descrittione del regno di Napoli
  • S. Ammirato, il suo modello storiografico e Venezia
  • Digressione sulla matematica e la quantificazione
  • Protezione delle arti e dell’industria
  • “Nur in Okzident”. Elementi costitutivi della scienza sociale e della scienza naturale.
  • Il XVII secolo: comunità politica, tecnica, calcolo
  • Conflitti in Europa
  • A. Serra e il Breve trattato (quattro specie principali di accidenti comuni: quantità di artifici, qualità delle genti, traffico grande di negozi, provvisione di quel che governa)
  • G. Ghilini: politica, statistica e scienza militare
  • M. Martini sociografo e sinologo
  • Staatenkunde e Aritmetica politica
  • L’arte di misurare e la statistica
  • Giusnaturalismo razionalista ed empirista
  • Excursus: matematica e scienze della natura
  • La lingua della scienza della natura: figure geometriche o equazioni differenziali?
  • Dal modello teorico alla macchina o artificio; Una nuova ideologia
  • Una nuova metafisica materialista e razionalista
  • La ragione scorge soltanto ciò che essa stessa produce
  • Pascal, Leibniz, Newton, famiglia Bernoulli
  • Calcolo infinitesimale
  • Progresso nella e della scienza
  • Le matematiche, le scienze, le tecniche.
  • Verum ipsum factum. Il XVIII secolo vichiano
  • Guerre in Europa e in Italia
  • Ripresa
  • L’Inghilterra erede della città-stato italiane
  • Risultati politici ed economici della cultura cittadina italiana
  • Polemica contro il passato
  • Verum ipsum factum, Giambattista Vico e il rapporto tra conoscere e fare
  • Conoscenza e indeterminismo
  • Realtà e osservazione
  • Storia e scienza nuova (more sociologico demonstrata)
  • Università di Napoli e A. Genovesi
  • A. Conti
  • Sociologia della civiltà
  • Leggi dell’evoluzione e del mutamento
  • Religione, matrimoni, sepolture
  • Linguaggio (F. Soave, L. Richieri)
  • Mito
  • Equilibrio, linguaggio, miti. Vico e Pareto
  • Immaginazione e sogno. Vico e Lévi-Strauss
  • Vico e il Settecento
  • Empirismo, razionalismo e la superiore sintesi vichiana
  • Vico e Stellini
  • Il Caffè e i Verri
  • V. Alfieri
  • Deduzione e induzione
  • Dottrine prevalenti nel secolo
  • L’Encyclopaedie
  • Il cosiddetto illuminismo in Italia
  • Statistica sociologica (J. P. Süssmilch, G. Achenwall
  • Turgot, Quesnay, Malthus, De Moivre)
  • G. Toaldo e G. Ceva
  • Condorcet
  • Conclusioni
  • Excursus: Della matematica.
  • Il XIX secolo politecnico
  • G. D. Romagnosi. Una tradizione italiana
  • Conoscenza dell’uomo di fatto per mezzo dell’Italiana filosofia
  • Filosofia civile: scienza universale: quattro caratteristiche: della ragione, dell’umanità, della civiltà, del regime
  • Forme del sapere: quattro età epistemologiche
  • Metodi degli studi: quattro età epistemologiche
  • Scienza naturale della società o della cosa pubblica
  • Filosofia naturale, filosofia civile, deduzione
  • Dell’ideologia e della filosofia civile
  • Civiltà e temosfori (o élites)
  • Etnicarchia
  • Una statistica sociologica
  • Individuo e società. Cattaneo, Psicologia delle menti associate
  • Il ragionamento come arte reciproca di tutte le passioni
  • Due assiomi di Vico
  • Compiti e contenuti della linguistica
  • Una storia naturale delle lingue
  • Uomo e vita associata
  • Oltre Cartesio
  • Il genio di Vico
  • L’uomo e i computi aritmetici
  • La filosofia scaturisce dall’incivilimento
  • Evoluzione
  • Effetti emergenti
  • Mutamenti e innovazioni in Italia
  • G. Ferrari
  • Fenomeni della natura e fenomeni sociali
  • L’Annuario di P. Maestri
  • C. Correnti, disciplina di medie, tabelle, numeri
  • Per vedere non basta avere gli occhi
  • Critica ed ermeneutica della statistica
  • Strumenti statistici
  • La ‘nona Degnità’ della Scienza nuova
  • Morpurgo (scontro in Germania, discussioni in Italia, dalla descrizione al numero)
  • A. Messedaglia, la scuola storica e la scuola matematica
  • Politica sperimentale
  • E. Morselli, S. Sighele.
  • Una metodologia politecnica. Vilfredo Pareto
  • Il Cours d’economie politique: un unicum nel diciannovesimo secolo
  • La spinta all’azione: l’utilità
  • La curva asimmetrica
  • Del metodo logico-sperimentale
  • Della misurazione
  • Uniformità statistiche e logico-significative
  • Mutua dipendenza e approssimazioni successive. Definizione dell’indagine sociologica
  • Del sistema sociale
  • Della matematica e della deduzione
  • Matematica, induzione, complessità
  • Della scienza e della sua storia.
  • Bibliografia 1800-1896: Riviste ed Autori
  • Postfazione
  • Sommario

Introduzione

Della storia della conoscenza e delle scienze. Nella storia della conoscenza umana possiamo intravedere due modi di concepire l’osservazione del mondo tra loro in contrasto: quello che traduce le osservazioni in numeri e quello che le descrive e traduce in concetti. Non sempre le osservazioni possono essere tradotte completamente in numeri, specialmente quando coinvolta è la soggettività. Così troviamo le stesse limitazioni, quando procediamo alla traduzione delle osservazioni in concetti in cui, ancora una volta, è la soggettività a farla da padrone. In entrambi i casi si tratta della soggettività dell’osservatore e, nel caso del comportamento umano, si aggiunge la soggettività dell’osservato. Questa dicotomia è durata circa duemilacinquecento anni. Con la sociologia – e particolarmente con alcune correnti sociologiche – è stata finalmente posta la parola fine a tale dicotomia (si badi bene, alla dicotomia ma non alle difficoltà di traduzione delle osservazioni in concetti e/o in numeri, che restano tutte – e sempre resteranno – per i limiti della mente umana rispetto ad una realtà fisica o sociale infinitamente complessa). A partire dalla sociologia paretiana tutto un filone di ricerche, sia anche minoritario all’interno del mondo sociologico, ha dimostrato come si possano integrare i più raffinati strumenti matematici con i più raffinati concetti sociologici: l’esempio della curva asimmetrica di Pareto è lì a testimoniarlo. Fino ad arrivare a non poter più discriminare il quantitativo dal qualitativo: ecco il pensiero sottostante che mi ha guidato nella ricostruzione storica dell’immaginazione scientifica.

Nelle mie intenzioni, questi lineamenti, incrementati anno dopo anno e presentati anche nei miei due insegnamenti presso la facoltà di economia (sociologia generale e sociologia economica, che si susseguivano nel corso dell’anno), sarebbero dovuti essere propedeutici ad un trattato che avevo in animo fortissimamente di scrivere. Penso, ormai, che resteranno lineamenti e come tali vanno giudicati. Non ho fatto altro che dare una forma diversa rispetto a quella delle lezioni in aula, in cui ho sempre cercato di inquadrare il tutto in termini storici (alcune parti sono state inserite nelle dispense per gli studenti). Dunque, da materiali che occupavano circa ottocento pagine, ne ho rica ← 11 | 12 → vate trecento. Spero che giovani studiosi possano trarne ispirazione per quel trattato, che tanto sarebbe utile all’ulteriore avanzamento della sociologia come scienza e alla conoscenza umana in generale. In definitiva, sono degli appunti, come si vede dalla loro forma; mentre, per quanto riguarda la sostanza, spero invece che possa ben risaltare l’obiettivo perseguito, che in questa introduzione cerco di sintetizzare.

Talvolta è necessario, per meglio chiarire la configurazione teoretica acquisita in una data epoca, risalire passo passo indietro nel tempo. In questo modo si possono individuare gli inevitabili agganci logico-empirici che hanno permesso il successivo avanzamento.1 Tra l’altro, come è stato osservato “la conoscenza della genesi è una delle forme di conoscenza che più soddisfano il nostro intelletto” (M. Pantaleoni).2 È quanto abbiamo fatto, volta per volta, nei vari ambiti della sociologia e del pensiero umano in cui ci siamo trovati a lavorare. Questo modo di procedere è stato particolarmente apprezzato nella lezione pubblica per il conseguimento dall’abilitazione a professore associato presso l’Università di Catania: uno sguardo a ritroso nel tempo, fino a risalire alle origini. Come si vedrà, per l’esposizione, in questo volume abbiamo capovolto il procedimento e quello che abbiamo trovato lo presentiamo, al solo fine di facilitare la lettura, nella forma tradizionale che dal passato arriva al presente. Ma teniamo a ribadire che la vera procedura scientifica è quella di fatto da noi praticata, che consente – tra l’altro – di evitare ricostruzioni forzate, talvolta fantasiose, rispondenti alle ideologie del momento. Dunque, se nella ricerca abbiamo proceduto dal XIX sec. d. C. al V a. C., per l’esposizione in questo volume procediamo scandendo quattro grandi periodi, tutti inestricabilmente uniti al loro interno, costituenti un sistema e compattamente uniti uno con l’altro nel formare la nostra ci ← 12 | 13 → viltà, che solo le forme apparentemente diverse possono fare apparire distinti: dal V secolo a. C. al V d.C.; dal VI al X; dall’XI al XIII; dal XIV al XIX. Non abbiamo diviso il lavoro in capitoli, dato che – come abbiamo cercato di spiegare – abbiamo voluto dare l’idea di un flusso continuo a partire dai sofisti, con cui iniziamo la nostra storia, alla fine del sec. XIX con la curva asimmetrica di Pareto. Solo per facilitare la consultazione, abbiamo dato una scansione secolare (divisa da asterischi) a partire dal XIV secolo e fino al XIX.

Certamente il tempo e le continue riflessioni hanno permesso l’accumulazione, fino ad arrivare ad indagini e risultati via via sempre più soddisfacenti rispetto alle esigenze del momento, scartando piste ritenute scarsamente produttive, per poi magari riprenderle in un’altra epoca. È il cammino della scienza e della conoscenza, in campo naturale come in campo sociale.

Un cammino a ritroso: dalla curva di Pareto alla curva di Ippia passando dal Liber Secretorum. Innanzitutto, sicuramente riteniamo i sofisti sociologi ante litteram. Perché la curva di Ippia? Perché fa pendant con la curva di Pareto.3 Anche se la curva di Ippia si occupa di un problema geometrico e quella di Pareto di problemi sociologici, possiamo dire che entrambi gli autori erano pervasi da un’immaginazione politecnica. Perché il Liber secretorum? Dopo una lunghissima incubazione, per pervenire – in una concatenazione evolutiva stretta – alla Curva asimmetrica (necessariamente) idealmente bisogna passare dal Liber Secretorum, un tempo (quello dell’inizio della modernità) in cui si imprime una forte accelerazione nell’acquisizione di informazioni, notizie, ecc. Sono tre tappe simboliche – un inizio, un lunghissimo sviluppo, una sintesi – che racchiudono la moderna rivoluzione nelle scienze sociali e particolarmente in sociologia. Oggi, una sola mente può concepire e attuare tutto il percorso e questo è stato possibile grazie agli sviluppi successivi per circa sei secoli partendo dal Liber Secretorum, ma venticinque se partiamo dai sofisti. Tanti ne sono occorsi, da una parte per raggiungere gli alti livelli dell’analisi ← 13 | 14 → sociologica e dall’altra per la costituzione della statistica metodologica. Due ambiti – teoretica sociologica e statistica metodologica – che con la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento si distaccano per raggiungere – nei rispettivi (ormai separati, ma non del tutto) domini – ulteriori traguardi. Mai saremmo potuti pervenire ad una statistica metodologica4 o all’applicazione della probabilità, come elaborata matematicamente, senza la lunga riflessione e la raccolta di dati significativi per una rappresentazione sensata delle relazioni sociologiche.

Una scuola italica e italiana: comunità politiche e quantità. Una scuola italiana – e prima italica – ribadita via via dagli stessi autori, una scuola che oggi, nella diversificazione internazionale degli approcci, potremmo chiamare paretiana, data la poderosa sintesi operata da Pareto, ma che, per tanta parte, si deve anche alla Rivista Italiana di Sociologia (1897-1923) di Guido Cavaglieri, come ho avuto modo di dimostrare in vari altri scritti. Immaginazione, fatti e teoria: di questo si parla nel volume. Una teoria scientifica è qualcosa che si costruisce a partire dai fatti, procedendo con metodo logico-sperimentale e ritornando ai fatti. In questo modo si è operato per secoli. Ed è per questo che in tutta la trattazione ho sempre cercato di far riferimento ai fatti, ai problemi empirici, per cercare le uniformità dei fenomeni. Dunque, è solo il potere dell’immaginazione che può far concepire, dopo secoli di ripetute prove, una comunità politica come quantità. Dopo averla definita, non senza secolare difficoltà, una comunità significativa. Infatti, prima di trovare un metodo, bisogna trovare l’oggetto. E in sociologia l’oggetto e gli oggetti sono infinitamente sfuggenti. Individuale e sociale sono le categorie all’origine e nello svolgimento – fin dai sofisti per giungere a Pareto – dell’indagine sociologica. Poche parole circa il senso dato alla nostra trattazione: i punti di partenza sono stati le argomentazioni dei sofisti e poi la ‘politica e l’etica’ di Aristotele. ← 14 | 15 →

Sette aspetti per una storia dell’analisi sociologica. Come abbiamo premesso, questi non vogliono essere altro che lineamenti per una storia dell’immaginazione nell’analisi sociologica e nella scienza tout court. Una storia che vuole mettere in evidenza: 1) le proprie origini ‘recenti’ a partire – nei tempi moderni – convenzionalmente dai diplomatici veneziani e dalla computisteria a Firenze; 2) queste origini sono prima di tutto classificatorie e quantitative; 3) l’ethos che anima la volontà di conoscere è quello della civiltà italica e poi cristiana della Chiesa di Roma e italiana; 4) tale ethos è la sintesi prodigiosa del precedente pensiero e pratica, prima italo-greca e poi romana;5 5) tale ethos italo-greco-romano si è incarnato per primo nel monachesimo italiano; 6) solo in Italia poteva svilupparsi per primo6 un atteggiamento conoscitivo che, dalla considerazione della persona nella comunità come totalità e della persona in interazione con gli altri singoli, ha portato poi alla raccolta quantitativa e significativa dei dati; 7) tale epistemologia e metodologia, nella sua dispiegata cognizione, ha preceduto, nei tempi moderni, di almeno tre secoli quella poi praticata dalle scienze naturali. Una scienza che indaga le leggi della natura fisica e sociale e che “coll’induzione e la deduzione giunge a teoremi che verifica coll’esperienza…”.7

Ciò che unifica e dà senso al nostro discorso, che abbraccia venticinque secoli, è il verum-factum di Vico e la sua “discoperta d’una nuova scienza della natura delle nazioni dalla qual senza dubbio cotal ← 15 | 16 → diritto egli è uscito ed alla cui umanità tutte le scienze le discipline e le arti come certamente da lei traggon l’origini ed in lei vivono così principalmente debbon tutte i loro usi …”.8

Immaginazione del presente e del passato. La storia delle origini dell’indagine sociologica non è stata ancora completamente scritta, osservavamo in Studi Trentini di Scienze Storiche (2004). Ora ne proponiamo quantomeno i lineamenti completi. Esistono qua e là riferimenti disorganici alla questione e per trovare qualcosa di significativo bisogna risalire ad alcuni autori del diciannovesimo secolo, o consultare le annate della Rivista Italiana di Sociologia.9 Ricercando le origini intendiamo trovare quei prodotti dell’indagine “intorno alla comune natura delle nazioni”, come si esprime Vico, che presentino in nuce i caratteri empirici e teorici che oggi conosciamo e pratichiamo, ricostruendo nello stesso tempo un filo conduttore, una riflessione comune: in definitiva, una tradizione di ricerca. In questo senso ci siamo sentiti legittimati a risalire indietro nel tempo e quindi a superare gli approcci che pretendono di far nascere la sociologia con la rivoluzione industriale o, più scolasticamente, con il pensatore che ne coniò il nome. La ricerca scientifica è un’impresa prima individuale (come in Marin Sanudo, Machiavelli, Botero, ecc.), poi intersoggettiva (come nel corso del sec. XIX) e da ultimo prodotto di grandi istituzioni (sec. XX), al cui interno è sempre operante e decisiva la componente individuale. Così è stato per la sociologia. Noi riteniamo di aver individuato una precisa tradizione di ricerca, tutta italiana, che accelerando dopo il Mille arriva fino alla fine della seconda guerra mondiale. Una tradizione consapevole della propria forza e per questo aperta al confronto con altri autori e realtà nazionali che riuscì variamente ad influenzare.10 Abbiamo detto che prima di trovare un metodo bisogna ← 16 | 17 → trovare l’oggetto e l’immaginazione – come è ovvio – è decisiva nel dispiegare la quantità sociologico-statistica come scienza e arte di governo. Nel tempo ‘recente’ il convenzionale periodo, che va da Marin Sanudo (circa 1300) a Martino Martini (circa 1650), a Vico, a Pareto 1896, ha visto la prepotente affermazione, in circa seicento anni, della statistica sociologica, derivazione della boteriana ‘ragion di stato’, che Vico chiamerà la ‘scienza nuova’, avendo essa raggiunto (“con diritto e ragione ... sopra un argomento universale”) uno statuto conoscitivo suo proprio (niente a che vedere col ‘cogito’ cartesiano: tutto col ‘factum’ vichiano) e che nel corso dell’Ottocento sarà detta scienza dell’incivilimento, fisica sociale, scienza sociale, o – con il neologismo comtiano – analisi sociologica, sociologia. La navigazione e le scoperte di nuovi mondi contribuirono alla crescita, ma non furono – come spesso si ritiene – decisivi. La statistica,11 quindi, intesa come arte e scienza di governo, acquisì per primo in Italia un’importanza e una pregevolezza che alla gran parte delle nascenti entità statali era quasi ignota. La superiorità degli organismi politici italiani, ‘governi statistici’, fu tale, che si può ragionevolmente affermare che essi precorsero i tempi con la loro immaginazione sperimentale. Tali furono, ad esempio, tra i più importanti, i governi di Venezia, Firenze, Roma e possiamo aggiungere, nel mezzo, i governi del monachesimo (governi di comunità politiche più piccole, se prese singolarmente, ma che assommate raggiungevano dimensioni continentali). Tuttavia, perché le raccolte numeriche possano considerarsi utili ad una statistica descrittiva e poi ad una sociologia statistica, occorre immaginare che attraverso di esse si possano descrivere scenari generali di vasta portata nel quadro delle interazioni di una comunità politica. La stessa osservazione va fatta, oggi, a proposito dei ‘Big Data’. È un’espres ← 17 | 18 → sione che descrive la crescita esponenziale del numero di dati esistenti – strutturati e non – e la loro sempre crescente accessibilità, come ai tempi di Botero, o prima, di Sanudo. I Big Data sono ora ritenuti rilevanti per la società in generale. Con i Big Data si sta generando una nuova narrativa e una nuova retorica, dato che siamo in presenza di dati innumerevoli che favoriscono la narrativa, ma che per l’uso delle macchine ci permettono (essendo così numerosi per comprenderli tutti, ma non per estrarre significatività e senso) o ci illudono di poter formulare delle ‘leggi’ di tipo fisicistico.

La nostra ipotesi. In questo volume non trattiamo autori o questioni già trattate in altri scritti, ai quali rimandiamo (per una indicazione si veda la postfazione). Questo volume vuole essere una aggiunta e un completamento di quelli. Dunque, la nostra ipotesi intorno alla questione della nascita e dello sviluppo dell’indagine sociologica è incentrata intorno all’opzione vichiana della storia more sociologico demonstrata e alla statistica nel senso politecnico, cioè i due ineludibili insiemi di conoscenze, che confluiranno – in una sintesi superiore dopo secoli di indagini e preparazione – nella scienza detta, a partire dalla seconda metà del XIX sec., ‘sociologia’. La primogenitura si è avuta in Italia (“la più colta nazione d’Europa”12) con un proprio svolgimento autonomo, almeno fin dopo la seconda guerra mondiale,13 diciassette anni dopo la fine della guerra, giungendo alla istituzione della facoltà di sociologia di Trento (1962) a vocazione logico-sperimentale.14 Riassumiamo. È esattamente dall’asserzione paretiana: “l’esperienza può essere di dirette osservazioni, statistiche, ecc., oppure di relazioni storiche” (Pareto, Fatti e teorie), che abbiamo da sempre operato nella ricostruzione storica della scienza e della nostra scienza sociologica, che sono nient’altro che esperienza: espe ← 18 | 19 → rienza di dirette osservazioni, statistiche (“solamente le uniformità statistiche che corrispondono al senso intelligibile di un agire sociale, costituiscono tipi di azione intelligibili … e quindi ‘regole sociologiche’, ecc. oppure di relazioni storiche).15 Questo è il punto. Per arrivare alla piena comprensione di tutto ciò sono occorsi venticinque secoli, una volta preso il via con il pensiero italico-greco. Con una tale bussola abbiamo proceduto attraverso i secoli.

Dedica, riconoscimenti, ringraziamenti. Con questo volume concludiamo il Prin. Ringraziamo il Miur che ha finanziato il progetto ormai decennale e il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento nelle cui strutture ci è stato concesso di lavorare - anche dopo il nostro congedo - alla realizzazione dell’opera con la collaborazione preziosissima della Prof. Mariarosa Ravelli, già docente nello stesso dipartimento: questa è l’ultima delle nostre tante profittevoli collaborazioni, soprattutto nei momenti in cui ‘la vanga sembrava piegarsi’. Anche questa volta non può mancare la dedica ai miei figli. Data la natura dell’opera mi fa piacere, anzi mi è dolce, ricordare i loro lavori e il fervore in occasione dell’esame di maturità: Federico, La scienza antica: gli automata; Isabella, Il volo. Dal mito alla realtà; Eleonora, I concetti di caos e complessità tra Ottocento e Novecento. Mentre io concludo quasi definitivamente il mio impegno nei lavori scientifici, loro hanno iniziato a percorrere la stessa strada, che mi auguro sia feconda, soddisfacente, e anche, come è stata per me, affascinante. Ora Federico è ‘researcher’ presso Eurac Research di Bolzano, Institute for Renewable Energy; Isabella è collaboratrice presso il Dip. di Ingegneria, Ambiente, Territorio, Infrastrutture del Politecnico di Torino; Eleonora, mentre conclude il dottorato nell’Università Paris V Sorbonne, ha già iniziato ad insegnare nella stessa facoltà Metodologia della ricerca. Questo è un anno speciale: Isabella ha sposato Enrico il cinque maggio e Federico sposerà Adriana il primo settembre. Qui rinnovo paterni auguri che non possono non comprendere i figli dei figli: sicuro che come sono stati stupendi figli, così saranno ottimi padri e madri. Un ricordo e un saluto ai miei tanti studenti della Facoltà di Economia e Management, che con la loro attenzione e interesse, nel corso di oltre quaranta anni, mi hanno spronato a fare sempre meglio e dove ho capito che una buona didattica è il risultato di una buona ricerca. Ricerca che si esplica anche in aula universitaria. ← 19 | 20 →


1       “Io credo che lo studio più utile è quello della storia delle scienze. … La mente umana, essendo sempre la stessa (o quasi, per contentare gli evoluzionisti), i modi con i quali nascono e crescono le scienze sono pure gli stessi. E perciò lo studio di ciò che è accaduto è importante per farci sapere ciò che accade e ciò che accadrà” (V. Pareto, Lettere a Maffeo Pantaleoni, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1964, 6 luglio 1892).

2       Per quanto ci riguarda, una prima incursione nella storia della scienza l’abbiamo compiuta nel lavoro e nei contributi al Dizionario di Sociologia (1976) e in un saggio La scienza in Cina (1978). Si veda la postfazione in questo volume.

3       “… C’est peut-être une habitude que je tiens de l’étude des mathématiques, mais je n’ai aucune sorte d’amoure-propre pour mes opinions scientifiques. Je recherche avec autant d’ardeur les raisons contre que celles favorables. Le seul but me semblant être de découvrir la verité (V. Pareto, lett. a L. Walras, 5 marzo 1893).

4       La statistica metodologica secondo Corrado Gini è “una tecnica speciale, adatta per lo studio quantitativo dei fenomeni di massa o collettivi (o statistici), intendendo per tali quelli la cui misura richiede una massa o collezione di osservazioni” (si vedano le nostre dispense per gli studenti).

5       Non abbiamo nascosto il ruolo preminente plurimillenario dell’Italia, perché tale è stato. E con Dante, Petrarca, Machiavelli, Vico, Romagnosi, Cattaneo abbiamo tenuto presente anche le esortazioni e le definizioni di grandi italiani come U. Foscolo: “Italiani, io vi esorto alle storie” (Dell’origine e dell’ufficio della letteratura, 1809) e A. Manzoni dell’Italia: “Una d’arme, di lingua, d’altare/ Di memorie, di sangue, di cor” (A. Manzoni, Marzo 1821).

6       L’opera di J. Burkhardt in questo senso è di capitale importanza, essendo la prima opera sociologica nel corso del sec. XIX di un autore non italiano, che abbia messo in evidenza in modo definitivo tale primato. Poi altri, tra i quali A. N. Whitehead, che abbiamo puntualmente riportato. I nostri convincimenti, frutto di riflessioni e studi ultracinquantennali, abbiamo cercato di avvalorali con la testimonianza di autori non italiani a scanso di equivoci, dato che il nostro intento in definitiva vuole essere una dissertazione scientifica.

7       V. Pareto, “I massimi edonistici”, in L’Idea liberale, 12 novembre 1893. Ora in V. Pareto, Scritti politici, I, Utet, Torino, 1987, pp. 679-684 .

Details

Pages
300
Year
2018
ISBN (PDF)
9783034335751
ISBN (ePUB)
9783034335768
ISBN (MOBI)
9783034335775
ISBN (Softcover)
9783034311144
DOI
10.3726/b14404
Language
Italian
Publication date
2018 (December)
Published
Bern, Berlin, Bruxelles, New York, Oxford, Warszawa, Wien, 2018. 300 pp.

Biographical notes

Mino B. C. Garzia (Author)

Mino B. C. Garzia già docente di Sociologia economica e Sociologia generale presso il Dipartimento di Economia e management, Università degli Studi di Trento, si occupa di storia della tradizione scientifica italiana e della teoria dei residui.

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