Loading...

L’italiano giuridico in Italia e nelle istituzioni dell’UE

by Desy Masieri (Author)
©2022 Monographs 288 Pages

Summary

The present doctoral dissertation investigates the Italian language of the law and the language of EU legal acts and offers a comparative analysis thereof. It is divided into a part concerning theory and an analytical part. The first part presents the characteristics of both languages to gain a wider perspective on the topic and forms the starting point for analysis. The analytical part opens with a description of the selected corpus and a literature review of the field as an introduction to qualitative corpus analysis.
The occurrence of borrowings from English and Latin is the focus of the lexical analysis. The subsequent chapter concerns technical terms based on a division into tecnicismi specifici and tecnicismi collaterali, which have a strictly stylistic function. In order to render the research more objective, leading Italian grammar books (Dardano, Trifone, Serianni, Salvi e Vanelli) and the GRADIT, Treccani, and Internazionale online dictionaries were employed. The syntactic analysis concerns the occurrence of the most important syntactic phenomena to identify the differences and similarities between the language of EU legal acts and the Italian language of the law.
Furthermore, corpus word count normalization to a million was carried out in the lexical analysis in order to obtain objective results concerning the occurrence of a given linguistic phenomenon and to minimize the differences in the word count between groups of texts. The conclusions constitute a summary of the observations from the analytical part and present potential research perspectives.

Table Of Contents

  • Copertina
  • Titolo
  • Copyright
  • Sull’autore
  • Sul libro
  • Questa edizione in formato eBook può essere citata
  • Ringraziamenti
  • Indice
  • Premessa
  • Parte prima: il linguaggio giuridico italiano
  • 1. Il linguaggio giuridico: studi e problemi
  • 1.1 Il linguaggio giuridico: osservazioni preliminari
  • 1.2. Lingua vs. potere. Giuristi vs. linguisti.
  • 2. Le caratteristiche peculiari del linguaggio giuridico
  • 2.1 Classificazione dei testi giuridici
  • 2.2. Il lessico del linguaggio giuridico
  • 2.2.1 I latinismi nel linguaggio giuridico
  • 2.3. Caratteristiche morfologiche
  • 2.4. Caratteristiche sintattiche del linguaggio giuridico
  • Parte seconda: il linguaggio comunitario e la realtà dell’UE
  • 3. Il multilinguismo
  • 3.1. La politica del multilinguismo dell’UE
  • 3.2. Il multilinguismo come base del funzionamento della legislazione comunitaria
  • 3.3. Multilinguismo e interpretazione del diritto comunitario
  • 3.4. Lingue ufficiali, lingue di lavoro e lingue procedurali. Lotta di potere fra il francese e l’inglese.
  • 4. Il regime linguistico delle principali istituzioni europee
  • 4.1. La Commissione europea
  • 4.2. Il Consiglio dell’UE
  • 4.3. Il Parlamento europeo
  • 4.4. La Corte di giustizia e il Tribunale
  • 4.5. La Banca centrale europea (BCE)
  • 4.6. La Banca europea per gli investimenti (BEI)
  • 4.7. La Corte dei Conti
  • 4.8. Il Mediatore europeo e l’Alto rappresentante
  • 4.9. Comitato delle regioni, Comitato economico e sociale
  • 4.10. Le Agenzie
  • 5. Aspetti linguistici dell’Unione europea
  • 5.1. Il linguaggio comunitario
  • 5.2. I principali atti dell’UE
  • 5.2.1. Regolamenti
  • 5.2.2. Direttive
  • 5.2.3. Decisioni
  • 5.4. La redazione dei testi comunitari
  • 5.5. Traduzione, redazione e revisione
  • 6. La traduzione presso le istituzioni europee
  • 6.1. Tecnologia e traduzione
  • 6.1.1. La traduzione automatica
  • 6.1.2. Strumenti di ausilio della traduzione
  • Poetry, ManDesk2, TraDesk3 e DGT Vista
  • Translator’s Workbench (TWB)
  • Euramis4
  • 6.1.3. Strumenti di ricerca terminologica
  • IATE
  • Eur-Lex, N-Lex, Quest, DocFinder
  • 6.2. La traduzione comunitaria
  • 6.2.1. La traduzione comunitaria: prassi e sfide
  • 6.2.2. Fenomeni di interferenza nella traduzione giuridica verso l’italiano dalla lingua francese e dalla lingua inglese
  • 7. Il profilo dei traduttori e degli interpreti comunitari
  • 7.1. La Direzione Generale della Traduzione della Commissione europea (DGT)
  • 7.2. La Direzione Generale Interpreti (DGI)
  • 7.3. Traduttori e selezione
  • 7.3.1. Ufficio europeo per la selezione del personale (EPSO)
  • 7.3.2 Criteri formali
  • 7.3.3. Giuristi linguisti
  • 7.3.4. Interpreti
  • 7.3.5. L’interpretazione nell’ambito comunitario
  • Parte terza: descrizione e analisi del corpus
  • 8. Descrizione e selezione del corpus
  • 8.1. Criteri generali
  • 8.2. Direttive
  • 8.3. Decreti
  • 8.4. Linguaggio giuridico italiano ed euroletto a confronto: introduzione all’analisi
  • 8.5. Finalità dell’indagine e metodologia
  • 9. Analisi lessicale
  • 9.1. Prestiti dalla lingua inglese
  • 9.2. Latinismi
  • 9.3. Tecnicismi
  • 9.4. Lessico dell’ambito dell’UE
  • Note conclusive in merito alla parte lessicale
  • 10. Analisi sintattica
  • 10.1. Verbi e strutture verbali
  • 10.2. Verbo modale + verbo + si enclitico o si proclitico
  • 10.3. Participi presenti
  • 10.4. Participi passati
  • 11. Tempi e modi
  • 11.1. Presente e futuro indicativo
  • 11.2. Passato remoto
  • 11.3. Congiuntivo
  • 11.4. Il condizionale
  • 11.5. Forma impersonale
  • 11.6. Forme passive e forme impersonali
  • 11.7. Diatesi passiva
  • 11.8. Gerundio
  • 11.9. Gerundio e si enclitico
  • 12. Subordinate e congiunzioni
  • 12.1. Congiunzioni condizionali
  • 12.2. Congiunzioni finali
  • 12.3. Congiunzioni concessive
  • 12.4. Congiunzioni causali
  • Note conclusive in merito all’analisi sintattica
  • Conclusioni finali
  • Bibliografia
  • Sitografia
  • Volumi pubblicati nella collana

Premessa

La presente ricerca ha il fine di presentare in maniera contrastiva le caratteristiche del linguaggio giuridico dell’Unione europea e le peculiarità del linguaggio giuridico italiano. L’opera è divisa in tre parti principali, ossia due teoriche e una pratica. Le prime due parti comprendono la letteratura scientifica che costituisce il punto di partenza per l’analisi del corpus.

Il fine dell’analisi era riscontrare quanto il linguaggio giuridico italiano e il linguaggio giuridico dell’UE diversità o similitudini sul piano lessicale e sintattico. Si tratta di due varietà diverse benché entrambe contengano testi di diritto in lingua italiana. Le differenze sono dovute a vari fattori, quali prima di tutto l’origine delle due varietà. Il linguaggio giuridico italiano ha una forte e lunga tradizione giuridico-linguistica, mentre il linguaggio comunitario è una varietà recente formatasi con la nascita dell’UE ed è il risultato di un complesso lavoro di traduzione, il quale nella maggior parte dei casi richiede l’impegno di numerosi traduttori ed esperti. Ovviamente, ci sono punti di contatto tra le due varietà che possono potenzialmente risultare in somiglianze linguistiche.

L’argomento è stato scelto perché vi sono relativamente pochi studi comparativi sul linguaggio giuridico comunitario e il linguaggio giuridico italiano. L’ipotesi iniziale, formulata sulla base di un limitato numero di testi e su letture preliminari, presupponeva che i testi comunitari fossero più semplici rispetto ai decreti nazionali. Tale ipotesi si basava sull’attenzione delle istituzioni europee alla redazione e al destinatario, ma anche dal fatto che il linguaggio comunitario presumibilmente potesse contenere meno tecnicismi collaterali e strutture arcaiche, dato che è il risultato di un lavoro di traduzione e non ha una lunga tradizione linguistica consolidata come nel caso del linguaggio giuridico italiano. L’ipotesi di partenza è stata oggetto di verifica sia nella parte teorica, con attenta lettura e interpretazione delle ricerche precedenti sia nella parte pratica, dove i vari tratti lessicali e sintattici sono stati confrontati nelle due varietà in questione.

La ricerca è divisa in due parti principali, a loro volta suddivise in capitoli. La prima parte è costituita dalla parte teorica in cui sono state incluse le principali nozioni e gli studi sul linguaggio giuridico e sul linguaggio comunitario, ritenuti il punto di partenza per il confronto effettuato nel presente elaborato. Il primo capitolo tratta del linguaggio giuridico italiano e ne include le peculiarità lessicali e sintattiche. Inoltre, sono state riportate le osservazioni incluse in diversi manuali di scrittura in merito alla redazione degli atti giuridici.←13 | 14→

La parte seguente descrive il linguaggio comunitario a partire dalla nozione di multilinguismo. Di seguito vengono presentati il regime linguistico delle singole istituzioni e la politica linguistica delle istituzioni della UE, per poi passare alla traduzione comunitaria, in cui viene riportato il lavoro di redazione e traduzione degli atti dell’UE, compreso l’ausilio della tecnologia, ovvero i sistemi e le banche dati utilizzati dai traduttori dell’UE. Infine, viene presentato il profilo del traduttore comunitario e dei linguisti giuristi, compreso il loro reclutamento a partire dalle istituzioni responsabili della selezione del personale, per arrivare ai criteri richiesti e alla particolarità della traduzione comunitaria dal punto di vista tecnico e culturale.

Nella parte teorica, sono menzionati non solo gli studi linguistici, ma anche i rispettivi manuali di scrittura, in particolare nell’ambito della legistica. Vengono citate non solo le indicazioni dei linguisti italiani sulla scrittura delle leggi italiane, ma anche il manuale della Commissione europea riguardante la redazione delle direttive comunitarie. Le osservazioni contenute nei manuali di scrittura menzionati sono state fondamentali per lo svolgimento della presente indagine.

La seconda parte della presente ricerca è costituita dall’analisi del corpus, divisa in tre capitoli: il primo capitolo è dedicato alla descrizione del corpus, ai criteri di selezione e alla metodologia d’indagine. Il corpus è divisibile in due principali gruppi: il primo composto dalle direttive, l’altro dai decreti legge che recepiscono le direttive scelte. Dal punto di vista della quantità dei testi e delle parole, il corpus risulta essere asimmetrico. Tale problema deriva dal fatto che un decreto legge può recepire più direttive. Oltre ai dati quantitativi, sono riportate le differenze che rendono asimmetrico il corpus, ossia il numero complessivo delle parole e il numero dei testi. Tale discrepanza deriva dal fatto che un atto di recepimento può attuare più direttive.

Il secondo capitolo della parte analitica è dedicato all’analisi lessicale. Lo scopo dell’indagine consiste nel rilevare la presenza e le eventuali differenze d’uso di prestiti, tecnicismi specifici o collaterali e termini gergali. L’indagine svolta ha il compito di verificare se l’incidenza dei fenomeni lessicali sia uguale in entrambe le varietà. Nell’analisi è verificata la presenza sia dei tecnicismi collaterali che dei loro eventuali equivalenti appartenenti alla lingua comune per verificare quale delle due varietà sia più incline alla semplificazione terminologica.

Per quanto riguarda i termini di provenienza straniera, ci si avvale degli esempi di origine dotta e provenienti da altre lingue comuni. Un’altra questione rilevante per l’analisi è in quale dei corpus vi siano più prestiti e come i termini di origine straniera vengano percepiti in entrambe le varietà giuridiche. Tale ←14 | 15→questione solleva il problema della redazione dei testi giuridici e del destinatario, solitamente non esperto del settore. L’ultimo capitoletto della parte lessicale concerne i termini gergali e gli eventuali calchi di traduzione. Anche in questo caso è rilevante appurare come il giurista italiano inserisca o meno nei decreti i termini appartenenti al gergo comunitario.

Il terzo capitolo della parte analitica concerne le peculiarità sintattiche riscontrate nel corpus. Tuttavia, occorre precisare che anche in questa fase sono stati selezionati solo i fenomeni linguistici ritenuti più rilevanti. Nella scelta, la parte teorica è stata il punto di partenza, in particolare il capitolo concernente il linguaggio giuridico. Infatti, la presente indagine è focalizzata sulla scelta dei verbi e dei complessi verbali nei rispettivi corpus, sull’incidenza dei participi presenti e passati, sulla scelta di tempi e modi in particolare per quanto concerne il modo congiuntivo e il modo condizionale. Inoltre, la ricerca valuta la forme impersonali, la diatesi passiva e le sue funzioni e la presenza del gerundio. Infine, sono prese in considerazione le congiunzioni finali, concessive e causali per verificarne e paragonarne la frequenza d’uso nei rispettivi testi. Per una maggiore chiarezza, sono riportati i dati in merito all’occorrenza normalizzati a un milione per rendere l’analisi più oggettiva.

La presente indagine non è esauriente, ma è volta ad essere un punto di partenza per i futuri studi di linguistica in materia della traduzione giuridica e comunitaria, ma anche della legistica. Inoltre, la ricerca ha cercato di individuare ed eventualmente valutare un’eventuale influenza reciproca delle due varietà. Si ritiene che tale modalità di analisi possa essere utile non solo dal punto di vista prettamente linguistico, ma anche traduttivo.

1. Il linguaggio giuridico: studi e problemi

1.1 Il linguaggio giuridico: osservazioni preliminari

Il presente capitolo ha come scopo definire le principali peculiarità del linguaggio giuridico in maniera introduttiva. Le problematiche menzionate verranno approfondite nelle successive parti della presente ricerca.

Occorre partire dal presupposto che già la definizione del linguaggio giuridico risulta essere problematica dato che gli studiosi si avvalgono di diversi termini ad es. lingua del diritto, linguaggio legale, linguaggio giuridico, ecc. Qualsiasi discorso su problemi giuridici fa parte del linguaggio giuridico, anche se possiamo suddividerlo in diverse categorie, come ad esempio linguaggio legislativo, linguaggio giurisprudenziale o linguaggio della dottrina giuridica.

Nel presente libro ci limiteremo a usare il termine linguaggio giuridico, inteso come linguaggio che esprime l’insieme di testi e discorsi concernenti il diritto e applicati dai giuristi. Non entreremo quindi in dettaglio delle varie classificazioni, eventualmente, all’occorrenza segnalando la sottovarietà del linguaggio giuridico che andremo a richiamare.

Innanzi tutto, il linguaggio giuridico è una lingua speciale, ovvero una varietà diafasica distinguibile dalla lingua standard e dalle altre varietà per le sue caratteristiche peculiari. Sobrero (1993: 237–138) riporta che le lingue speciali si differenziano in base al loro grado di tecnicizzazione e, a differenza dei sottocodici, hanno un linguaggio proprio. Infatti, come ogni lingua specialistica, il linguaggio giuridico ha tratti distintivi soprattutto sul piano lessicale, ma anche morfosintattico che lo rendono particolare rispetto a tutti gli altri.

Tuttavia si ritiene che le lingue speciali siano artificiali e isolate rispetto alla lingua comune, ciò non è del tutto vero dato che, come menziona Scarpa (2005: 16–17), il contatto fra la lingua standard e le lingue speciali è bidirezionale siccome esse restringono e specializzano le norme della comunicazione. La particolarità delle lingue speciali consiste nel restringere e specializzare le regole linguistiche della comunicazione. Tuttavia, occorre tenere a mente che una delle caratteristiche del linguaggio giuridico è il rapporto bidirezionale con le altre lingue speciali, visto che il diritto non ha confini precisi e abbraccia tutti gli ambiti delle nostra vita (Ibidem).

Secondo Hoffmann (in Sobrero 1993: 243) le caratteristiche di una lingua specialistica sono: precisione, oggettività, astrattezza, generalizzazione, densità di informazione, sinteticità, neutralità emotiva, massima precisione, impersonalità, coerenza logica, uso di termini tecnici definiti, simboli e figure, ossia ←19 | 20→peculiarità presenti nel linguaggio giuridico e nei testi di diritto definiti come molto vincolanti (D’Achille 2003: 201).

Nel linguaggio giuridico è molto marcato il rapporto tra lingua speciale e lingua standard rilevato da Scarpa. Questo perché il diritto delinea i confini di ogni parte della vita quotidiana dalla famiglia alla tecnologia e alla medicina. Infatti, nei testi giuridici sono presenti tecnicismi di altre lingue speciali o tecnicismi, la cui accezione dipende dal contesto d’uso.

Il linguaggio giuridico è una varietà diafasica, ovvero relativa al contesto extralinguistico, ma contiene caratteristiche diastratiche, ossia la sua percezione dipende dalle caratteristiche socio-culturali dei parlanti, dai giuristi, ai cittadini con un basso livello di istruzione (Mantovani 2008: 23).

Vellutino (2018: 68–69) evidenzia che nella sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, il linguaggio giuridico si colloca sull’area dell’italiano standard. Il linguaggio istituzionale presenta una serie di testi specifici e lessemi derivanti dalle combinazioni del lessico comune alla materia specialistica. Un’altra caratteristica rilevante del diritto consiste nell’intrinsecare i diversi linguaggi tecnico-scientifici, fenomeno visibile sia nella legislazione nazionale che in quella comunitaria (Antelmi 2008: 113–114).

Come evidenzia Serianni (2003:107–108), il linguaggio giuridico è, o almeno dovrebbe essere, strettamente connesso con la linguistica, dato che abbraccia tutti gli ambiti della nostra vita e non ha confini precisi. Il linguista precisa che la rilevanza linguistica si veicola su due aspetti: in primo luogo, molti termini giuridici derivano dalla lingua comune anche se solitamente descrivono concetti che possono essere definiti come più ristretti, più comprensibili o semplicemente differenti; in secondo luogo, gli atti normativi dovrebbero costituire un insieme coeso dal punto di vista terminologico e giuridico, in cui non sono ammesse ambiguità interpretative. Ed ecco che troviamo un’altra caratteristica del linguaggio giuridico riscontrata in tutte le lingue speciali, ovvero la monosemia (Masini 2007: 69).

La complessità del linguaggio giuridico è visibile anche nel fatto che il sistema giudiziario è costituito da diversi gradi di giudizio, mettendo in conto il cosiddetto principio di fallibilità del processo, dovuto dall’erronea (seppur in buona fede) interpretazione. Proprio il concetto di interpretazione del diritto, e dei piani a cui si applica, mostrano quanto importante sia la lingua nel diritto, concetto purtroppo sottovalutato da molti giuristi italiani, come vedremo nei seguenti capitoli.

Il linguaggio giuridico delinea le norme sociali e comportamentali di una comunità; per questo è rivolta a un incalcolabile numero di destinatari. Vellutino (2018: 63) cita Beccaria, il quale nota che in una società interconnessa come ←20 | 21→quella odierna, vi è un rapporto di osmosi con la lingua comune che rende sempre minore la distanza e le differenze tra il lessico comune e il lessico tecnico-scientifico, cosa che porta al continuo aumento di neologismi della lingua comune provenienti dal lessico di una lingua speciale, com’è anche possibile che i lessemi specifici entrino a far parte della lingua comune. Questi passaggi sono chiamati procedimento del travaso o transfert (Ibidem 64).

Per sottolineare la complessità e interdisciplinarità del linguaggio giuridico-burocratico, Vellutino utilizza il termine linguaggi istituzionali (2018: 84–84). Effettua la divisione in linguaggi istituzioni speciali del diritto e dell’amministrazione a cui appartengono il linguaggio normativo (compreso il linguaggio processuale delle sentenze emanate dalle corti di giustizia) e il linguaggio amministrativo. L’altro gruppo appartiene ai linguaggi istituzionali mediali per la comunicazione e l’informazione, a cui appartengono il linguaggio per la comunicazione pubblica e per le relazioni pubbliche, il linguaggio giornalistico volto alla collaborazione con la stampa (compresi i loro siti istituzionali e le testate giornalistiche) e il linguaggio pubblicitario concernente le campagne pubblicitarie o di comunicazione su diritti, servizi, opportunità o volti a promuovere iniziative o sensibilizzare la società riguardo a iniziative importanti.

Un’altra caratteristica dei linguaggi specialistici consiste nella loro complessità dovuta al fatto che solitamente si tratta principalmente di testi destinati ad esperti, o in maniera che siano comprensibili solo a esperti. Tale fenomeno è legato ad una questione di potere, alla mancata attenzione ai destinatari, ma anche, come appurato nei seguenti capitoli, dal fattore storico, il quale ha inciso (e continua a incidere) sul linguaggio giuridico, il più conservatore fra tutti i linguaggi specialistici.

Details

Pages
288
Year
2022
ISBN (PDF)
9783631879993
ISBN (ePUB)
9783631880005
ISBN (MOBI)
9783631880012
ISBN (Hardcover)
9783631876480
DOI
10.3726/b19827
Language
Italian
Publication date
2022 (May)
Published
Berlin, Bern, Bruxelles, New York, Oxford, Warszawa, Wien, 2022. 288 p., 43 tab.

Biographical notes

Desy Masieri (Author)

Desy Masieri is a graduate of Italian Philology at the Jagiellonian University; she earned her doctoral degree on 3rd March 2021 (the defense took place on 10th February 2021). In 2014 she obtained a master’s degree in Neophilology (specialization: Italian Philology) and in 2016 a bachelor’s degree in French Philology. She started teaching at the Jagiellonian University in 2015 and in the years 2016-2018 she was a member of the academic staff at the Department of Italian Philology of the Pedagogical University of Kraków. Since 2019 she has been working at the Institute of Romance Studies of the Jagiellonian University. She also worked as a translator and interpreter. She has published articles concerning Latinisms in Italian and Polish legal language, bilingualism, and eurolect. She has also translated academic texts dedicated to the philosophy of law from Italian into Polish.

Previous

Title: L’italiano giuridico in Italia e nelle istituzioni dell’UE
book preview page numper 1
book preview page numper 2
book preview page numper 3
book preview page numper 4
book preview page numper 5
book preview page numper 6
book preview page numper 7
book preview page numper 8
book preview page numper 9
book preview page numper 10
book preview page numper 11
book preview page numper 12
book preview page numper 13
book preview page numper 14
book preview page numper 15
book preview page numper 16
book preview page numper 17
book preview page numper 18
book preview page numper 19
book preview page numper 20
book preview page numper 21
book preview page numper 22
book preview page numper 23
book preview page numper 24
book preview page numper 25
book preview page numper 26
book preview page numper 27
book preview page numper 28
book preview page numper 29
book preview page numper 30
book preview page numper 31
book preview page numper 32
book preview page numper 33
book preview page numper 34
book preview page numper 35
book preview page numper 36
book preview page numper 37
book preview page numper 38
book preview page numper 39
book preview page numper 40
290 pages