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Tradizioni del discorso sulla lingua nella stampa periodica italiana dal Settecento a oggi

by Raphael Merida (Volume editor) Fabio Ruggiano (Volume editor) Sabine Schwarze (Volume editor)
©2024 Edited Collection 334 Pages
Series: Europa periodica, Volume 4

Summary

Il presente volume raccoglie sedici contributi che analizzano le costanti e le variabili storiche e di genere dello speciale rapporto tra la riflessione e la discussione sulla lingua e i giornali cartacei ed elettronici pubblicati dal XVIII al XXI secolo. I temi affrontati al loro interno spaziano dalla riflessione sulla natura comunicativa (provocazione, educazione, polemica ecc.) e sulle forme testuali del commento linguistico sui giornali (rubrica stabile, articolo individuale, corrispondenza tra un giornalista e i lettori ecc.) all’indagine sugli argomenti del commento linguistico (neologismi e innovazioni in genere; rapporti con le altre lingue; uso pubblico, mediatico e istituzionale della lingua ecc.), dal tratteggio di profili di commentatori linguistici all’individuazione delle strategie del discorso sulla lingua nei giornali (stereotipi nella pubblicità e nella promozione della lingua, rappresentazione del rapporto tra lingue nazionali e lingue regionali, sfruttamento della lingua per attuare o evitare la discriminazione sociale).

Table Of Contents

  • Copertina
  • Titolo
  • Copyright
  • Sull’autore/Sul curatore
  • Sul libro
  • Questa edizione in formato eBook può essere citata
  • Indice
  • Indice
  • Prefazione
  • Introduzione
  • La tradizionalità del discorso sulla lingua in ambito giornalistico (italiano) dal Settecento a oggi (Sabine Schwarze)
  • Settecento e Ottocento
  • La riflessione linguistica nei giornali eruditi del XVIII secolo: le
  • I concetti di
  • La nota del traduttore come luogo del commento linguistico nella stampa scientifica settecentesca (Franz Meier)
  • Gli
  • Le riflessioni linguistiche agli albori della stampa italiana di moda: il caso del
  • Il commento linguistico nei giornali italiani di primo Ottocento (Raphael Merida)
  • Il dibattito linguistico sul
  • Riflessioni sulla lingua e sul rapporto con la censura austriaca nel
  • Novecento e nuovo millennio
  • La trasmissione radiofonica
  • La lingua come organismo vivente. Usi figurati e cronache linguistiche (Noemi Seminara)
  • Neologismi buoni e cattivi. La neologia nascosta nei repertori di neologismi degli ultimi sessant’anni della storia dell’italiano (Riccardo Gualdo)
  • Burocratese, burocratichese, angloburocratese: riferimenti e percezioni nei quotidiani (Laura Clemenzi)
  • Documentare o correggere? Turpiloquio e insulti omofobici nella stampa italiana recente (Michele Ortore)
  • (2013–2022): la lingua italiana vista oltreoceano (Fabio Rossi)
  • Dal giornale online al blog: esempi di cronaca linguistica 2.0 (Daniela Pietrini)
  • Gli autori del volume

Prefazione

Il presente volume raccoglie contributi nell’ambito del discorso metalinguistico sui giornali in prospettiva diacronica, includendo tutto l’arco di sviluppo della stampa periodica in Italia, dagli albori ai più recenti indirizzi elettronici. Esso si inserisce nelle attività del gruppo di ricerca Research Network for the History of European Periodicals (R-NHEP), che si propone di stimolare a livello internazionale e con un’ottica interdisciplinare (letteraria, storica e linguistica) la ricerca sui periodici e i giornali pubblicati in Italia e in Europa dal XVIII secolo a oggi.

Fin dalla loro comparsa nel Seicento, i giornali non hanno mai smesso di commentare i problemi legati alla lingua, contribuendo, anche per questa via, a dare forma al dibattito socioculturale e politico di un determinato periodo storico. I periodici hanno sempre assunto su di sé tanto la funzione di descrivere la lingua, quanto quella di valutare, prescrivere e condannare usi linguistici diffusi o in via di diffusione. Tale compito è stato affidato, di volta in volta, a linguisti di professione, giornalisti o esperti di varia formazione. Il commento linguistico sui giornali si è ben presto distinto come genere a sé stante, sviluppando una propria tradizione discorsiva, caratterizzata da contenuti, generi testuali e formati discorsivi, modalità e strategie argomentative ricorrenti e riconoscibili. Il lessico, ma anche il rapporto tra l’italiano e le altre lingue, la codificazione della norma e la legittimità degli usi sono temi ricorrenti, per esempio, nei giornali “spettatoriali” (cioè quelli che prendono a modello lo Spectator di Addison come La Frusta letteraria di Giuseppe Baretti), che raccolgono al loro interno argomenti di stampo letterario, politico, di costume. Tornano anche nei giornali politici ottocenteschi, come per esempio Il monitore italiano, in cui la lingua è vista come strumento che i governanti devono affinare per comunicare efficacemente con il popolo, e ancora nei giornali generalisti novecenteschi, che offrono numerose rubriche di consulenza linguistica per i lettori in cerca di una guida tra le varianti e le varietà dell’italiano.

Gli interventi presentati in questo volume indagano le costanti e le variabili storiche e di genere dello speciale rapporto tra la riflessione e la discussione sulla lingua e i giornali cartacei ed elettronici, siano essi periodici, quotidiani, riviste letterarie, pubblicati a partire dal XVIII secolo. I temi affrontati al loro interno spaziano dalla riflessione sulla natura comunicativa (provocazione, educazione, polemica ecc.) e sulle forme testuali del commento linguistico sui giornali (rubrica stabile, articolo individuale, corrispondenza tra un giornalista e i lettori ecc.) all’indagine sugli argomenti del commento linguistico (neologismi e innovazioni in genere, rapporti con le altre lingue, uso pubblico, mediatico e istituzionale della lingua ecc.), dal tratteggio di profili di commentatori linguistici all’individuazione delle strategie del discorso sulla lingua nei giornali (stereotipi nella pubblicità e nella promozione della lingua, rappresentazione del rapporto tra lingue nazionali e lingue regionali, sfruttamento della lingua per attuare o evitare la discriminazione sociale).

I contributi presentati nel volume sono stati valutati anonimamente con il sistema del doppio cieco: ringraziamo i numerosi colleghi che hanno svolto questo delicato compito generosamente e con rigore.

Questo volume è stampato grazie al sostegno finanziario dell’università di Augsburg.

Augsburg/Messina, luglio 2023

I curatori

Raphael Merida

Fabio Ruggiano

Sabine Schwarze

Introduzione Sabine Schwarze

(Universität Augsburg)

La tradizionalità del discorso sulla lingua in ambito giornalistico (italiano) dal Settecento a oggi

Abstract: With the formation of periodical literature in the Age of Enlightenment, the public debate on language found a suitable venue for the circulation of ideas, not infrequently controversial, to solve the linguistic problems of the time. While in eighteenth- century periodicals linguistic reflection takes place within bibliographical reviews, announcements of novelties on the publishing market and/or author’s articles in which the various facets of cultural debate are manifested, in the nineteenth century linguistic commentary gradually emerges as an autonomous journalistic genre. The introductory contribution deals with some broader issues that arise when we want to study more systematically “The discourse on language in newspapers and the periodical press from the 18th century to the present”.Parole chiave: riflessione linguistica, discorso, modalità argomentative, generi giornalistici, tradizionalità discorsiva

1. Riflessioni preliminari

Con la formazione di tutta una «galassia di letteratura periodica nel secolo dei Lumi» (cf. Viola, 2022: 11) il dibattito pubblico sulla lingua trova un luogo idoneo per la circolazione delle idee, non di rado controverse, per risolvere i problemi linguistici dell’epoca. Se nei periodici settecenteschi la riflessione linguistica si svolge all’interno di formati variegati che vanno da recensioni bibliografiche, annunci di novità sul mercato editoriale ad articoli d’autore spesso non esclusivamente dedicati alla lingua, nell’Ottocento si stabilisce gradualmente il commento linguistico come genere giornalistico autonomo, vale a dire la cronaca linguistica (cf. Merida, 2020; Schwarze, 2017 e 2022). La tradizione pubblicistica di dedicare apposite rubriche al dibattito sulla lingua si evolve in tutta l’Europa con il consolidamento della stampa periodica a partire dalla seconda metà del XIX secolo e porta nei primi decenni del secolo XX all’emergere di matrici testuali relativamente stabili e con ciò a un vero e proprio genere testuale giornalistico (cf. Meier/Schwarze, 2021). In Italia, le cronache o rubriche linguistiche, tuttora presenti nelle testate di livello nazionale o regionale, nascono molto probabilmente con le Note di lingua a firma di Giuseppe Rigutini, pubblicate fra marzo 1882 e settembre 1883 nel settimanale La Domenica Letteraria (cf. Allia, 2017; Picchiorri, 2021). Nelle fasi successive della storia del giornalismo, si può tracciare un continuo riassettarsi e adattarsi delle norme discorsive che determinano il commento linguistico, attraverso formati audiovisivi fino ai formati multimodali nell’era digitale.

La presente rassegna di alcune caratteristiche abituali in cui si manifesta la tradizionalità della riflessione sulla lingua in ambito giornalistico ha come obiettivo di circoscrivere il quadro generico della ricerca in cui si inseriscono i vari contributi del presente volume. Vorrei soffermarmi su alcuni problemi più generali che uno studio sistematico sul «discorso sulla lingua nei giornali e nella stampa periodica dal Settecento a oggi» deve indubbiamente affrontare.

I miei studi precedenti dedicati al tema riguardano intere sfere discorsive (la teoria del linguaggio e della traduzione e la stampa periodica), generi testuali e formati discorsivi (la cronaca linguistica e la polemica), la topica discorsiva (l’abuso delle parole e il genio della lingua) oppure le modalità e le strategie argomentative (la scrittura scientifica e la divulgazione in ambito linguistico). Riporto un elenco tematico riassuntivo in ordine cronologico degli studi:

  • La riflessione linguistica fra identificazione nazionale e apertura europea1. Il discorso italiano sulla traduzione nei secoli XVIII e XIX (Schwarze, 2004)
  • Il genio della lingua nella teoria settecentesca della traduzione (Schwarze, 2006 e 2014)
  • La forma epistolare fra scrittura privata, critica letteraria e prosa scientifica. Un tentativo di tipologia testuale (Schwarze, 2011 e 2017a)
  • Abuso delle parole. La ripresa della topica settecentesca nella critica (mass)mediatica della lingua (Schwarze, 2012 e 2015)
  • Universalità e culturalità: riflessioni su due modelli interpretativi della scrittura scientifica (Schwarze, 2016)
  • La divulgazione del sapere linguistico nelle cronache linguistiche fra gli anni 1950 e il Duemila (Schwarze, 2017)
  • Dalla rivista letteraria del Settecento al blog nel quotidiano online: questioni intorno alla lingua (italiana) negli articoli d’autore e nelle cronache linguistiche (Schwarze, ed. 2017)
  • Polemica e Querelle: elementi storici di due concetti associati ai conflitti linguistici e alla loro negoziazione pubblica (Schwarze, 2021)
  • Strategie evidenziali nelle cronache linguistiche in area francofona e italofona (Meier/Schwarze, 2021)
  • Scrivere di lingua, letteratura e filosofia con la frusta: emergenza e continuazione di una tradizione discorsiva del giornalismo italiano (Schwarze, 2022)

Alcuni dei concetti sopramenzionati sembrano ormai consolidati o per lo meno sono diventati abituali. Ciononostante restano in parte ambigui e richiederebbero una revisione in una prospettiva più ampia. A questo scopo saranno dedicati i seguenti appunti con i quali vorrei sviluppare una linea guida lungo la quale si raggrupperanno i singoli contributi del volume.

2. La pratica della riflessione linguistica in chiave terminologica

2.1 Riflessione vs. critica linguistica

In Germania, il discorso pubblico sulla lingua (compreso quello nell’ambito del giornalismo) è spesso ridotto al termine di coniazione tedesca Sprachkritik (‘critica linguistica’), definito generalmente come la «prassi della riflessione linguistica valutativa»2. I rispettivi termini tedeschi per denominare il campo variano fra Sprachwürdigung (Gabelentz, 1901: 387), Sprachaxiologie (Kainz, 1969: V, 2), Sprachbewertung (Lerat, 1990), sprachkritische Literatur (‘letteratura critica sulla lingua’, Berschin/Felixberger/Goebl, 2008) e Sprachapologetik (Schafroth, 20133), tutti focalizzati sulla valutazione come obiettivo principale. Il termine Sprachreflexion (Schwarze, 2004; Faulstich, 2008; Braunsdorfer/Smolzer, 2021), invece, viene usato nell’ambito della storiografia scientifica oppure della didattica linguistica per designare in senso più generico «la presa di coscienza e la consapevolezza strutturata del linguaggio» (Braunsdorfer/Smolzer, 2021: 744) senza focalizzare l’aspetto valutativo. Lo Handbuch Europäische Sprachkritik Online (HESO, 2017) ricorre al termine leggermente modificato Sprachnormenkritik (trad. lett. ‘critica delle norme linguistiche’), ma gli attribuisce un carattere trasversale che ingloberebbe sia l’aspetto categorizzante descrittivo sia quello valutativo5.

Ritornando all’oggetto del nostro volume possiamo notare che, sin dalla loro nascita, i periodici non sono mai stati soltanto una piattaforma per la critica valutativa della lingua, ma hanno anche svolto un ruolo centrale nella diffusione del sapere linguistico fino alla formazione della rivista scientifica, una piattaforma prediletta per la diffusione di risultati della ricerca nel settore delle scienze del linguaggio. Il discorso sulla lingua in ambito giornalistico segue quindi funzioni plurime e riguarda la riflessione descrittiva e valutativa sulla lingua da parte di linguisti di professione e/o laici6.

2.2 Discorso

Nonostante l’uso abituale di discorso da parte della linguistica teorica ed empirica, l’ambiguità nell’uso di questa nozione continua tuttora ad ostacolare la ricerca e soprattutto gli studi empirici. I vari filoni della linguistica focalizzati sul discorso – la Critical discourse analysis (CDA o ‘analisi critica del discorso’), la Linguistische Diskursanalyse (o ‘l’analisi linguistica del discorso’, coniata in ambito germanistico, cf. Warnke/Spitzmüller, 2008) e gli studi sulle Diskurstraditionen (o ‘tradizioni discorsive’, praticati prevalentemente nell’ambito della romanistica tedesca, cf. Wilhelm, 2005) – sembrano essere poco o per nulla compatibili tra di loro. Benché siano poche le eccezioni, alcuni studi recenti (cf. ad es. Schafroth, 2013 e 2015; Pietrini, 2015 e 2017 e prima ancora Schwarze, 2004), hanno tuttavia potuto dimostrare con palese successo che collegare gli approcci dell’analisi linguistica del discorso con le riflessioni recenti sul valore operazionale delle tradizioni discorsive (sulla scia degli ultimi lavori del gruppo intorno a Kabatek, 2011, 2015, 2018) si rivela piuttosto proficuo. Il presupposto è in ogni caso un ritorno al concetto di discorso proposto già da Foucault:

On appellera discours un ensemble d’énoncés en tant qu’ils relèvent de la même formation discursive; il ne forme pas une entité rhétorique ou formelle, indéfiniment répétable et dont on pourrait signaler (et expliquer le cas échéant) l’apparition ou l’utilisation dans l’histoire. […] C’est un ensemble de règles anonymes, historiques, toujours déterminées dans le temps et l’espace qui ont défini à une époque donnée, et pour une aire sociale, économique, géographique ou linguistique donnée, les conditions d’exercice de la fonction énonciative. (Foucault, 1969: 153 ss.)

Partire dalla nozione foucaultiana di discorso significa di intendere il discorso ˗ invece di equipararlo semplicemente al testo ˗ come struttura transtestuale che si realizza attraverso i riferimenti intertestuali e la coerenza in termini di contenuto e di funzionalità. Dato che il discorso inteso in quel modo non è mai reperibile allo studioso nella sua totalità possiamo però, da un punto di vista pratico operazionale, equiparare discorso a corpus testuale la cui composizione è determinata, in senso lato, da criteri legati al contenuto (cf. Busse/Teubert, 1994: 14; Böke et al., 2000). Secondo Hermanns (2007: 189–190) si tratterebbe di una scappatoia che prende in considerazione i problemi quotidiani della ricerca empirica7.

Il discorso pubblico sulla lingua può quindi essere inteso come una serie di documenti dedicati al tema della riflessione linguistica (un corpus testuale) che tiene conto dei diversi ambiti testuali, dei formati mediatici e delle sfere discorsive. Un tale approccio permette inoltre di inglobare documenti pubblicati con obiettivi vari che vanno dall’apologia di una lingua come pari o superiore ad un’altra (difesa e/o legittimazione) alla codificazione di un modello normativo e alla valutazione critica degli usi linguistici (prescrizione, critica degli errori), all’interpretazione scientifica (descrizione, esplicazione) e infine alla divulgazione del sapere linguistico (descrizione).

Details

Pages
334
Year
2024
ISBN (PDF)
9783631892879
ISBN (ePUB)
9783631892886
ISBN (Hardcover)
9783631892862
DOI
10.3726/b20348
Language
Italian
Publication date
2024 (March)
Keywords
Analisi linguistica generi giornalistici ideologia linguistica Illuminismo commento linguistico traduzione cronaca linguistica
Published
Berlin, Bruxelles, Chennai, Lausanne, New York, Oxford, 2024. 334 p., 6 ill. a colori, 4 ill. b/n, 1 tab.

Biographical notes

Raphael Merida (Volume editor) Fabio Ruggiano (Volume editor) Sabine Schwarze (Volume editor)

Raphael Merida è ricercatore in Linguistica italiana all’Università degli Studi di Messina. Le sue ricerche vertono soprattutto sull’evoluzione della lingua italiana tra il Cinque e il Seicento, la lessicografia, le ideologie linguistiche nella stampa periodica e il rapporto tra norma e uso nel Novecento. Fabio Ruggiano è professore di seconda fascia all’Università degli Studi di Messina. I suoi campi di ricerca principali sono la storia della lingua italiana dal Cinque all’Ottocento, gli usi pubblici della lingua italiana, le ideologie linguistiche veicolate attraverso la stampa e Internet. Sabine Schwarze è ordinaria di Linguistica delle lingue romanze presso l’Università di Augsburg. I suoi principali interessi di ricerca riguardano attualmente la mediazione delle ideologie linguistiche e le tradizioni discorsive della comunicazione scientifica sin dal XVIII secolo.

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