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Rifondare la letteratura nazionale per un pubblico europeo

Da un’idea di Giuseppe Mazzini

by Alexandra Vranceanu (Volume editor) Angelo Pagliardini (Volume editor)
©2015 Conference proceedings 216 Pages

Summary

Si propone una discussione sulle figure, note e meno note, di scrittori e critici che hanno voluto forgiare il concetto di letteratura europea. Partendo da alcune affermazioni di Giuseppe Mazzini, nel saggio D'una letteratura europea, si allarga la discussione oltre la letteratura italiana, proponendo una «galerie de portraits» di letterati che hanno argomentato la necessità di aprire le porte della letteratura nazionale nella prospettiva della creazione di una letteratura europea. Non si tratta di commentare i testi o gli autori canonici della letteratura europea, ma di presentare discorsi di scrittori che, pur comprendendo il carattere utopistico della letteratura europea, hanno sottolineato la preoccupazione di trovare una maniera conveniente per definirla, valorizzarla e accelerarla.

Table Of Contents

  • Copertina
  • Titolo
  • Copyright
  • Sull’Autore
  • Sul Libro
  • Questa Edizione in formato eBook può essere citata
  • Indice
  • Introduzione: Alexandra Vranceanu / Angelo Pagliardini
  • Bibliografia
  • Prospettive per la costruzione di una letteratura europea secondo Mazzini: Angelo Pagliardini
  • 1. Premessa
  • 2. La letteratura europea secondo Mazzini
  • 2.1. Mazzini e la letteratura
  • 2.2. La definizione della letteratura europea
  • 2.3. La costruzione della letteratura europea
  • 2.4. Le costanti dello spazio letterario europeo
  • 3. I confini dello spazio letterario europeo
  • 3.1. Lo spazio letterario europeo dell'inclusione secondo Mazzini
  • 3.2. Mazzini e la geografia europea dell'esclusione
  • 4. Conclusioni
  • Bibliografia
  • Peut-on être un écrivain européen ? Limites et aspirations du débat théorique initié par Mazzini: Pascal Dethurens
  • Bibliographie
  • Conscience nationale et littérature européenne: l’échappatoire comparatiste: Francis Claudon
  • La littérature sortie de l’espace et du temps. L’idée de littérature
  • Le Traité des Etudes: premier manuel européen
  • La République des lettres
  • De l’Universalité de la langue française
  • Naissance d’un patrimoine littéraire européen
  • Cosmopolitisme
  • Pensée des sciences, l’influence de la méthode comparative. L’indo-européen et la méthode comparative
  • Patrimoine européen et littérature universelle
  • Littérature européenne et littérature comparée: « L'école de Fauriel »
  • Bibliographie
  • L’immaginario europeo: Remo Ceserani
  • 1. Lo spazio dell’Europa
  • 2. Due diverse concezioni dell’identità europea
  • 3. I problemi dell’Europa
  • 4. Comunità, patrie, nazioni, federazioni
  • 5. Assimilazione vs. integrazione
  • 6. Un caso esemplare (forse un modello per tutto il continente): la federazione svizzera
  • Bibliografia
  • Connessi e distratti, globali e locali: ci può essere una letteratura (europea) nell’età della rete?: Gianni Turchetta
  • 1. L’identità della letteratura moderna e la società della rete
  • 2. The Gadget Lover: percezione, conoscenza ed etica nell’uomo elettrico e connesso
  • 3. La letteratura come «intensità» e come «distinzione»
  • 4. C’è ancora spazio per una letteratura «europea»?
  • Bibliografia
  • Le origini delle eresie dualiste nell’Europa medioevale: Francesco Zambon
  • Bibliografia
  • Les choix de Hélène Vacaresco: Hélène Lenz
  • I. Elargir le cercle des littératures pour combattre la mort programmée de l’art littéraire.
  • II Du «féminisme» d’Ancien Régime aux medias propagandistes : vers de nouvelles formes d’art.
  • Elements de bibliographie
  • Bibliographie selective: Hélène Vacaresco.
  • Elements de sitographie sur Helene Vacaresco.
  • “To be Flemish in order to become European” – August Vermeylen and Flemish (Belgian Dutch) Literature: Theo D’haen
  • Works Cited
  • D’un concept de culture européenne vers une idée de littérature pour l’Europe. Paul Valéry et Eugenio Montale face à l’Europe en temps de crise: Helmut Meter
  • I.
  • II.
  • III.
  • IV.
  • Bibliographie
  • Oltre la Krisis: letterature nazionali, letteratura europea, Weltliteratur. E. Auerbach e E. R. Curtius.: Roberto Antonelli
  • Bibliografia
  • Un européen convaincu, Lubomir Guentchev en Bulgarie: Alain Vuillemin
  • I. L’étendue des lectures
  • II. Le choix des références
  • III. La nature des aspirations
  • Conclusion
  • Références bibliographiques
  • Bisogna rinunciare alla propria appartenenza nazionale e alla propria lingua per accedere a un pubblico europeo? Il caso romeno: Alexandra Vranceanu
  • 1. Gli scrittori romeni e la «scoperta dell'Europa»
  • 2. Cioran, il rinnegato
  • 3. Norman Manea, la «casa della lumaca»
  • Conclusioni
  • Bibliografia
  • Profili degli autori

Introduzione

Alexandra Vranceanu (Universitatea Bucuresti)

Angelo Pagliardini (Universität Innsbruck)

Il presente volume è una raccolta di saggi, in italiano, francese e inglese, e costituisce il risultato della riflessione degli studiosi seguita al colloquio internazionale tenutosi sullo stesso tema all'Università di Innsbruck nel febbraio 2013. Il progetto s'ispira ad alcune affermazioni di Giuseppe Mazzini (1805-1872), contenute nel saggio D’una letteratura europea (Mazzini 1829). Nel pensiero di Mazzini è centrale il desiderio di attenuare e fluidificare le frontiere della letteratura nazionale, per rinnovarla attraverso lo sguardo alle altre letterature europee. Volendo riformare e riformulare la letteratura italiana, Mazzini chiede agli scrittori italiani di scrivere per un pubblico non nazionale, bensì europeo:

Un tempo la Patria consegnava al Poeta il volume delle leggi, e delle religioni de’ padri, dicendogli: Tu veglierai perché questo deposito rimanga intatto nel core de’ concittadini; i tuoi voti non saranno sacri, che al cerchio di mura dov’io t’ho collocato. – Ma ora, voi avete un mondo a teatro di vostra gloria; voi dovete parlare ad un mondo: ogni suono della vostra cetra è patrimonio dell’umana stirpe, né potete toccare una corda, che l’eco non si propaghi fino all’ultimo limite dell’Oceano. (Mazzini 1829, 121).

Egli arriverà anche ad affermare che la letteratura italiana per svilupparsi deve tener conto dei principali orientamenti della letteratura europea:

Esiste dunque in Europa una concordia di bisogni, e di desideri, un comune pensiero, un’anima universale, che avvia le nazioni per sentieri conformi ad una medesima meta – esiste una tendenza Europea. Dunque la Letteratura – quando non voglia condannarsi alle inezie – dovrà inviscerarsi in questa tendenza, esprimerla, aiutarla, dirigerla – dovrà farsi Europea. (Mazzini 1829, 115)

L'importanza di Mazzini come teorico della letteratura europea e l'attualità del suo messaggio devono ancora essere adeguatamente dibattute, ma ancor più resta da ragionare, in virtù delle citazioni riportate all'inizio, sul rapporto fra Mazzini e altri teorici che hanno sostenuto idee simili. Questo volume accoglie una riflessione sulle idee mazziniane e sul concetto di letteratura europea, e offre una galleria di figure di scrittori che hanno contribuito alla creazione di una letteratura europea. Il concetto era ancora utopistico per lo stesso Mazzini, dato che l'epoca era incline, da un lato, all'apologia delle letterature nazionali, dall'altro all'«invenzione» della goethiana Weltliteratur. ← 7 | 8 →

Nel volume si troveranno figure di scrittori e critici che hanno voluto forgiare il concetto di letteratura europea. A tal fine, senza limitare la discussione alla letteratura italiana e a Mazzini, ci si è interrogati se le sue idee sulla letteratura europea siano ancora valide nel dibattito odierno. Non verranno commentati i testi canonici della letteratura europea, né messi a fuoco i grandi autori che, come Dante o Balzac, hanno oltrepassato le frontiere delle proprie culture e lingue nazionali e ottenuto un successo europeo. I partecipanti al volume cercano piuttosto di presentare discorsi di scrittori e intellettuali che, pur comprendendo il carattere utopistico della letteratura europea, hanno malgrado tutto sottolineato la loro preoccupazione di trovare una maniera adatta, conveniente, per abbracciare quest'ultima, definirla, valorizzarla, accelerarla. Inoltre si mette in relazione il loro discorso con le ricerche attuali sul concetto di letteratura europea.

La prima linea di forza del volume segue sia la visione di Mazzini sul rapporto fra le letterature nazionali e la letteratura europea che la rilevanza delle sue idee nel dibattito letterario attuale.

Angelo Pagliardini analizza in che modo le idee di Mazzini si cristallizzano nei suoi diversi scritti e tratta del contributo di Mazzini nel contesto italiano ottocentesco e del suo rifiuto del concetto settecentesco di «cosmopolitismo». Il saggio mostra che, secondo Mazzini, occorre essere europeo prima di diventare nazionale (in particolare italiano) e che l'identità europea si costruisce attorno a due poli fondamentali: lo sfondo comune costituito da fenomeni storici assimilabili, che accompagna la formazione delle letterature nazionali, e la circolazione delle diverse letterature in Europa attraverso il sistema linfatico delle traduzioni. Nell'ultima parte del saggio, Pagliardini confronta la visione mazziniana della letteratura europea con il concetto di cultura globale, come poteva essere definito nel XIX secolo, analizzando la definizione dei confini dello spazio culturale europeo secondo Mazzini.

Pascal Dethurens inizia con la messa in dubbio dell'idea di Mazzini che le letterature nazionali possano trarre profitto dalla loro appartenenza alla letteratura europea e analizza le sue riflessioni in rapporto ad altri pensatori dell'epoca, osservando quanto Mazzini sia stato poco capito nel suo tempo e come la sua concezione di letteratura europea si sia potuta realizzare soltanto nel corso del tempo. Fra i rischi cui va incontro il tentativo di inseguire una letteratura europea, c'è quello di uniformare le letterature meno conosciute e influenti su quelle che hanno un maggior peso sul mercato editoriale, che possono contare su un pubblico più vasto. In ogni caso, conclude P. Dethurens: «En 1945 [...] la notion de public européen est devenue une réalité de fait».

La seconda linea di forza del volume segue lo sviluppo del concetto di letteratura europea. Francis Claudon analizza l'evoluzione della visione sulla ← 8 | 9 → letteratura europea riferendosi ad alcuni notevoli contributi apportati dal XVIII al XIX secolo da Rollin, La Harpe, Fauriel. Egli passa in rassegna vari modelli della letteratura europea che si sono susseguiti nei secoli, dalla république des lettres al cosmopolitisme, dalla littérature universelle al comparatisme. F. Claudon mostra come la letteratura europea composta dalla somma delle letterature nazionali sia stata vista secondo prospettive differenti, fino ad identificare in Fauriel il culmine di questa elaborazione concettuale: «L'européanisme de Fauriel, tranchant profondément sur la vulgate nationaliste des écrivains romantiques, se révèle méridional, linguistique, philosophique».

Remo Ceserani parte da diverse formule culturali e antropologiche per la definizione di uno spazio complesso come quello dell'Europa, affollato da popoli e culture differenti, tra rivendicazioni di unità e considerazione positiva delle differenze. Le mutazioni nel tempo, caratterizzate da forti migrazioni interne ed esterne, hanno portato allo spostamento di confini e centri di gravità. Quindi si sofferma su Denis De Rougemont e Peter Von Matt, scegliendo la Federazione elvetica come metafora cognitiva per la definizione della letteratura europea. Si arriva così alla domanda centrale del suo saggio: «Possiamo, dopo le varie Europe del passato, cominciare a pensare a una nuova Europa dei nostri tempi postmoderni e globalizzati?»

Gianni Turchetta comincia con la messa in discussione di uno spazio di esistenza della letteratura stessa nell'epoca della rete Internet e della pervasività dei sistemi di comunicazione social, analizzando alcuni esempi di mutazione e strutturazione globalizzante della letteratura italiana contemporanea, in rapporto alla connessione in rete della comunicazione globale. La riflessione conclusiva sull’Europa costituisce un'ipotesi di lavoro basata su un contenuto fortemente etico-culturale: «Le caratteristiche della cultura, digitale e non solo, rischiano di erodere questa identità forte e antica [...]. D'altro canto, ancora, resiste pure un'idea `etica´ di Europa, intesa come luogo di valori di tolleranza di libertà di espressione e di scelte.»

La terza linea di forza del volume propone alcune figure emblematiche, una sorta di «galerie de portraits» di letterati che hanno argomentato la necessità di aprire le porte della letteratura nazionale e che si sono soffermati sul rapporto fra letteratura nazionale e letteratura europea. Francesco Zambon si sofferma sulla diffusione europea del catarismo medievale e sulle predicazioni di alcuni protagonisti, in modo da tracciare una carta dell'Europa che inizia dai Balcani e da Bisanzio, passando per Italia, Francia e Germania. Nel suo contributo analizza alcune dottrine ricunducibili al catarismo, documentate in diverse zone d'Europa: «La loro origine fu spontanea oppure dovuta alla diffusione nell'Europa occidentale di dottrine religiose provenienti da altre regioni, in particolare dai Balcani e dal Medio Oriente?». Tale mappatura è assai ← 9 | 10 → importante, anche considerando l'ipotesi, apparsa nel XIX secolo, che gran parte della letteratura europea d'amore è ispirata al catarismo.

Il caso studiato da Hélène Lenz è quello di Hélène Vacaresco (1864-1947), una scrittrice romena e francese, che ha giocato un importante ruolo politico nella cultura europea. Poetessa, narratrice e critica, la Vacaresco era anche un'umanista che ha svolto una parte importante nella diplomazia europea. H. Lenz analizza l’opera di H. Vacarescu mettendola in relazione con quelle di autori come Tristan Tzara e Benjamin Fondane. Inoltre H. Lenz si sofferma sulle iniziative di H. Vacaresco per la costruzione a livello europeo di istituzioni culturali che miravano a integrare tradizioni e valori nazionali. Il suo impegno spazia dalla letteratura, alla diplomazia, alla salvaguardia dei diritti dei diritti delle donne e dei bambini, allo scopo di «défendre les causes paradoxalement conjointes de la littérature, de la pensée démocratique et du cosmopolitisme».

Theo D’haen incentra il suo contributo sulla polemica fra la scelta del francese come lingua di circolazione internazionale anche per i fiamminghi e la riscoperta e la tutela della cultura e della lingua fiamminga fra l’Ottocento e i primi del Novecento. Le due figure che simboleggiano queste visioni sono rispettivamente Cyriel Buysse e August Vermeylen, ma T. D’haen analizza nel suo insieme lo sviluppo del movimento fiammingo nei suoi rapporti con la cultura europea. Il punto centrale della sua analisi è rivolto al saggio di Vermeylen «Vlaamse en Europese Beweging» (Il movimento fiammingo e il movimento europeo) del 1900, nel quale si sostiene la tesi che «bisogna essere fiammingo per diventare europeo». Vermeylen pensa che gli scrittori fiamminghi dovrebbero scrivere nella loro lingua perché questo li libererebbe dal sentirsi una cultura provinciale e li collocherebbe in una posizione equidistante da e fra tre delle maggiori lingue e culture d’Europa: quella francese, quella tedesca e quella inglese.

Helmut Meter ha scelto di mettere a confronto due concezioni complementari, quella di Paul Valéry e quella di Eugenio Montale, sollecitati dai traumi centrali delle dittature e delle due guerre mondiali a ripensare il ruolo dell'Europa. Per Valéry, la letteratura europea consiste nella somma delle opere di grande valore, come ad esempio quelle di Goethe, benché egli esprima una «liberté d’esprit panchronique». Montale invece vede la letteratura europea nella forma metaforica del corpo umano, composto da organi diversi che lavorano insieme: quindi ogni letteratura nazionale assume una certa funzione, prendendo in considerazione i bisogni dell'intero corpo. Concordano comunque i due poeti nella necessità di «une littérature européenne, ou plutôt une littérature pour l'Europe».

Roberto Antonelli focalizza il suo contributo su due figure importanti, il cui pensiero ha segnato il destino della letteratura europea: E. Auerbach e E.R. ← 10 | 11 → Curtius. Come cifra comune del loro pensiero, R. Antonelli individua la centralità del concetto di Krisis nelle loro opere teoriche, legato al trauma delle guerre mondiali. È proprio dalla coscienza della Krisis che parte la loro ricerca e quindi la possibilità stessa di una letteratura europea, in termini diversi dal passato: «precipita, con la crisi dell'Europa e delle sue élites, culturali, anche la crisi dello storicismo lineare, `naturale´, apparentemente asettico, in realtà anch'esso `politico´, perché basato su una presunta e tacita razionalità e progressività della storia umana cronologicamente ordinata e ascendente». Il contributo mira a mostrare così il ruolo e la funzione vitale della letteratura europea nell'era globale.

Alain Vuillemin analizza il caso dello scrittore bulgaro Lubomir Guentchev e le sue aspirazioni di accedere alla letteratura europea. Vuillemin mostra come, attraverso le traduzioni in francese, ma anche con le sue opere scritte direttamente in francese, Guentchev si rivela un europeo convinto, uno spirito cosmopolita, aperto al mondo occidentale in un tempo in cui le autorità bulgare praticavano al contrario una politica isolazionista, rivolta verso l'Est e verso l'Unione Sovietica. Questa fiducia nella cultura europea lo ha aiutato a resistere nella Bulgaria comunista attraverso l'evasione in un universo francofono che lo teneva lontano dagli orrori del regime politico.

Alexandra Vranceanu inizia il suo saggio notando che, anche se gran parte della letteratura romena moderna è stata scritta in linea con le correnti letterarie europee, tuttavia gli unici scrittori romeni conosciuti sono i migranti e gli esuli. A. Vranceanu passa in rassegna alcuni critici letterari che hanno ritenuto, come Mazzini, che la letteratura romena si sarebbe arricchita dal contatto con la letteratura europea e nota che la loro strategia per integrarla in Europa non ha funzionato. Analizza poi i casi di due scrittori che sono riusciti a entrare nel «teatro europeo» da due porte diverse: Cioran, che ha abbandonato la propria lingua e cultura per diventare scrittore francese, e Norman Manea che continua a scrivere in romeno a New York, senza che ciò gli abbia impedito di produrre letteratura transnazionale.

Details

Pages
216
Year
2015
ISBN (PDF)
9783653040692
ISBN (ePUB)
9783653989601
ISBN (MOBI)
9783653989595
ISBN (Softcover)
9783631649480
DOI
10.3726/978-3-653-04069-2
Language
Italian
Publication date
2015 (February)
Keywords
Europäische Literatur Komparatistik Literaturtheorie Literarischer Kanon Literaturgeschichte
Published
Frankfurt am Main, Berlin, Bern, Bruxelles, New York, Oxford, Wien, 2015. 216 p.

Biographical notes

Alexandra Vranceanu (Volume editor) Angelo Pagliardini (Volume editor)

Alexandra Vranceanu ha insegnato letteratura comparata e romena in Romania, Francia e Italia. Adesso insegna all’università di Bucarest. I suoi campi di ricerca sono letteratura romena ed europea e letteratura migrante. Angelo Pagliardini insegna all’università di Innsbruck e si occupa di storia letteraria italiana interculturale e di letteratura nell'epoca delle migrazioni.

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