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Commedia all'italiana come specchio di stereotipi veicolati dal dialetto

Un approccio sociolinguistico

by Anna Grochowska-Reiter (Author)
©2016 Monographs 316 Pages

Summary

Il volume è uno studio interdisciplinare che solleva l’argomento della presenza e dello sfruttamento degli stereotipi regionali e delle relative forme linguistiche di origine dialettale nei film della commedia all’italiana. Riflette sull’uso del dialetto a scopi comici nelle manifestazioni artistiche e mette in evidenza l’interdipendenza dello stereotipo regionale e dei tratti linguistici dialettali. In base al corpus composto da dieci pellicole uscite tra il 1958 e il 1968 sono stati sottoposti all’analisi quattro stereotipi regionali: romano, milanese, siciliano e veneto e i rispettivi tratti linguistici manifestatisi a ciascun livello di analisi linguistica.

Table Of Contents

  • Copertina
  • Titolo
  • Copyright
  • Sull’autore
  • Sul libro
  • Questa edizione in formato eBook può essere citata
  • Indice
  • Premessa
  • Capitolo 1: Sguardo panoramico sul repertorio linguistico degli italiani
  • Capitolo 2: Tra lingua e dialetto. Comportamenti linguistici degli italiani
  • 2.1 Dialetto tra famiglia, tradizione e identità
  • 2.2 Dialetto come sinonimo di sottocultura e arretratezza
  • 2.3 Uso reazionario ed elitario del dialetto
  • 2.4 Autopercezione. Atteggiamento degli italiani verso il dialetto
  • 2.5 Tipizzazione e uso del dialetto nella letteratura, nella poesia e sul palcoscenico
  • Capitolo 3: Lingua del cinema
  • 3.1 Lingua trasmessa tra scritto e parlato
  • 3.2 Parlato filmico
  • 3.3 Lingua filmata: lingua del cinema, nel cinema e dal cinema
  • 3.4 Uso del dialetto nella cinematografia italiana
  • 3.4.1 Cinema nazionale
  • 3.4.2 Dialetto e doppiaggio
  • Capitolo 4: Commedia all’italiana
  • 4.1 All’italiana
  • 4.2 Verso la commedia all’italiana
  • 4.3 Definire la commedia all’italiana
  • 4.4 Ricezione della commedia all’italiana
  • Capitolo 5: Stereotipo: tra psicologia e lingua
  • Capitolo 6: Corpus della ricerca
  • 6.1 I soliti ignoti (1958)
  • 6.2 Audace colpo di soliti ignoti (1959)
  • 6.3 La grande guerra (1959)
  • 6.4 Il vedovo (1959)
  • 6.5 Divorzio all’italiana (1962)
  • 6.6 Mafioso (1962)
  • 6.7 Il sorpasso (1962)
  • 6.8 Anna (Ieri oggi domani) (1963)
  • 6.9 Sedotta e abbandonata (1964)
  • 6.10 La ragazza con la pistola (1968)
  • Capitolo 7: Stereotipo del romano nella commedia all’italiana
  • 7.1 Origini dello stereotipo culturale
  • 7.2 Dialetto romanesco nel cinema
  • 7.3 Immagine stereotipata dei romani
  • 7.4 Stereotipo linguistico del romanesco
  • 7.4.1 Tratti fonetici
  • 7.4.1.1 Laterale palatale [j]
  • 7.4.1.2 Monottongazione [wɔ] > [ɔ]
  • 7.4.1.3 Lenizione delle consonanti
  • 7.4.1.4 Assimilazione progressiva totale del nesso [nd] > [nn]
  • 7.4.1.5 Geminazione delle consonanti
  • 7.4.1.6 Scempiamento della [rr]
  • 7.4.1.7 Rotacismo [l] > [r]
  • 7.4.1.8 Apocope negli allocutivi
  • 7.4.2 Tratti morfosintattici
  • 7.4.2.1 Articolo
  • 7.4.2.2 Preposizioni
  • 7.4.2.3 Particella allocutiva a
  • 7.4.2.4 Verbi
  • 7.4.2.5 Avverbi di luogo
  • 7.4.2.6 Sistema pronominale
  • 7.4.2.7 Stare a fà
  • 7.4.2.8 Che interrogativo
  • 7.4.3 Tratti lessicali
  • 7.5 Considerazioni finali
  • Capitolo 8: Stereotipo del milanese nella commedia all’italiana
  • 8.1 Origini dello stereotipo culturale
  • 8.2 Immagine di Milano e dei milanesi nel cinema italiano
  • 8.3 Immagine stereotipata di Milano e dei suoi abitanti
  • 8.3.1 Milano
  • 8.3.2 Milanesi
  • 8.4 Stereotipo linguistico del milanese
  • 8.4.1 Tratti fonetici
  • 8.4.1.1 Pronuncia delle vocali
  • 8.4.1.2 Pronuncia di alcune consonanti
  • 8.4.2 Tratti morfosintattici
  • 8.4.2.1 Articolo davanti ai nomi
  • 8.4.2.2 Pronomi personali
  • 8.4.2.3 Verbi
  • 8.4.2.4 Negazione
  • 8.4.2.5 Rafforzamento dei deittici
  • 8.4.2.6 Doppio introduttore nelle frasi interrogative
  • 8.4.3 Tratti lessicali
  • 8.5 Considerazioni finali
  • Capitolo 9: Stereotipo del veneto nella commedia all’italiana
  • 9.1 Immagine del Veneto nel cinema italiano
  • 9.2 Origini dello stereotipo
  • 9.3 Immagine stereotipata del veneto
  • 9.4 Stereotipo linguistico del veneto
  • 9.4.1 Tratti fonetici
  • 9.4.1.1 Caduta delle consonanti in posizione intervocalica
  • 9.4.1.2 Pronuncia di z
  • 9.4.1.3 Nesso consonantico s-ci e s-ce
  • 9.4.1.4 Scempiamento delle geminate
  • 9.4.1.5 Troncamento della vocale finale
  • 9.4.2 Tratti morfosintattici
  • 9.4.2.1 Articolo
  • 9.4.2.2 Pronomi personali soggetto
  • 9.4.2.3 Pronomi di complemento e particelle
  • 9.4.2.4 Verbi
  • 9.4.2.5 Doppio introduttore delle frasi interrogative
  • 9.4.3 Tratti lessicali
  • 9.5 Considerazioni finali
  • Capitolo 10: Stereotipo dei siciliani nella commedia all’italiana
  • 10.1 Origini dello stereotipo
  • 10.2 Immagine stereotipata della Sicilia e dei siciliani
  • 10.2.1 Maschio siciliano
  • 10.2.2 Donna siciliana
  • 10.2.3 Sicilia
  • 10.3 Stereotipo linguistico del siciliano
  • 10.3.1 Tratti fonetici
  • 10.3.1.1 Vocalismo siciliano
  • 10.3.1.2 Realizzazione postalveolare dei nessi con [r]
  • 10.3.1.3 Assimilazione regressiva totale della [r]
  • 10.3.1.4 Cacuminalizzazione (o retroflessione)
  • 10.3.1.5 Passaggio della consonante [ʎ] > [gghi]
  • 10.3.1.6 Vocale intermedia [e] preceduta da semivocale [j]
  • 10.3.1.7 Rafforzamento delle consonanti
  • 10.3.1.8 Desonorizzazione o lenizione delle consonanti
  • 10.3.2 Tratti morfosintattici
  • 10.3.2.1 Parti del discorso
  • 10.3.2.2 Presente indicativo
  • 10.3.2.3 Complemento oggetto indiretto ci
  • 10.3.2.4 Accusativo preposizionale
  • 10.3.2.5 Passato remoto
  • 10.3.2.6 Focus fronting
  • 10.3.2.7 Congiuntivo imperfetto
  • 10.3.2.8 Avere a fare
  • 10.3.2.9 Tenere al posto di avere
  • 10.3.2.10 Uso di ca
  • 10.3.2.11 Raddoppiamento lessicale
  • 10.3.3 Tratti lessicali
  • 10.3.3.1 Saluti e forme di cortesia
  • 10.3.3.2 Lessico culinario
  • 10.3.3.3 Alterati
  • 10.3.3.4 Dialettalismi
  • 10.3.3.5 Proverbi e modi di dire
  • 10.4 Considerazioni finali
  • Conclusioni
  • Riferimenti bibliografici
  • Summary in English

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Premessa

Il presente studio è incentrato sull’analisi degli aspetti sociolinguistici e culturali dello stereotipo regionale tipizzante veicolato dal dialetto, basata su un corpus cinematografico composto da pellicole classificate come commedie all’italiana. In particolare, il fine della ricerca consiste nel riconoscimento e nell’individuazione degli elementi linguistico-culturali volti nel loro insieme a costituire lo stereotipo regionale di cui si sono ampiamente serviti, in primo luogo, letteratura, teatro e cinema. Si mira a evidenziare la relazione tra l’uso del dialetto e lo stereotipo e a tracciare la mappa di tratti linguistici stereotipici. Il connubio di dialetto e stereotipo permette di attivare, presso il pubblico italiano, una serie di connotazioni volte ad arricchire il discorso cinematografico.

La prospettiva qui proposta esige il ricorso ai largamente intesi aspetti storici, sociali e culturali dell’area italiana. Innanzitutto, è necessario rendersi conto che l’uso dell’immagine stereotipata e del dialetto nelle commedie all’italiana è strettamente legato alla situazione storica e sociolinguistica dell’Italia nonché a una lunga tradizione letteraria e teatrale. La secolare frammentazione geografica, storica e linguistica ha favorito l’apparizione e lo sviluppo degli stereotipi, rendendoli partecipi della vita di tutti i giorni e facendone degli espedienti narrativi che ben presto si sarebbero rivelati funzionali ed efficaci (e continuano a esserlo tutt’oggi) in varie manifestazioni di tipo artistico.

Nella prospettiva storico-linguistica non bisogna dimenticare che i contesti di comunicazione quotidiana dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta rimanevano ancora dominati da forti influenze dialettali, classificate dagli studiosi come «italiani regionali». In ottica linguistica occorre quindi tener conto sia del concetto di dialetto che di italiani regionali riaffiorati in seguito alla politica di unificazione linguistica dell’Italia dopo il 1861, definiti da De Mauro (1963, 2011: 142) come «una nuova risultante nata dal comporsi della tradizione linguistica italiana con le molteplici tradizioni linguistiche dialettali».

Era inevitabile che la situazione linguistica italiana e i problemi a essa collegati non trapelassero nel cinema nazionale. Con la nascita del sonoro nel 1930, quando, da un’ottica sociolinguistica, la presenza di un mezzo di comunicazione comune a tutti gli abitanti della Penisola era più concettuale che empirica, i cineasti si trovarono di fronte a una serie di problemi riguardanti la lingua da usare nelle produzioni filmiche. Da un lato, il purismo linguistico imposto dal fascismo toccava ogni sfera pubblica, dall’altro, l’incidenza che ebbe sul cinema non risultò così nefasta come altrove. Accanto a pellicole dall’italiano inerente alla norma ← 11 | 12 → linguistica, ve ne furono anche altre in cui riaffiorava un parco uso delle forme dialettali.

La presenza del dialetto nella produzione filmica italiana è stata oggetto di studio di Raffaelli (1992: 60) che ne ha distinto tre principali fasi: l’epoca del dialetto orale (integrazione del testo orale a viva voce); l’epoca del dialetto scritto (rappresentazione grafica della componente verbale); l’epoca del dialetto riprodotto (realizzazione orale). Le prime due epoche si riferiscono al periodo del muto, mentre con la terza si entra nel mondo del sonoro. Entro questi spazi cronologici lo studioso propone delle scansioni minori, volte a una maggiore specificità. La terza epoca si suddivide in anni della Cines (1929–1934), in cui il ricorso al dialetto risulta una scelta culturale; anni di Freddi (1935–1939), dominati dall’italiano formale e artificiale; anni di guerra (1939–1945), durante i quali il dialetto assolve una funzione macchiettistica e realistica. In seguito, Raffaelli (1992: 45–144) individua il periodo della dialettalità imitativa (1945–1952) che riunisce soprattutto le produzioni neorealiste, dialettalità stereotipata (1952–1962) e dialettalità espressiva e riflessa (dal 1962 fino ad oggi). La commedia all’italiana si colloca nella fase della dialettalità stereotipata instaurando «un rapporto tendenzialmente mimetico con la lingua reale […] e andò facendo sempre più propri non tanto i dialetti, ormai in regresso, quanto le varietà regionali d’italiano, proprio allora in espansione e consolidamento» (Raffaelli 1992: 116).

In questo ambito sorge una questione terminologica relativa all’uso del termine dialetto in riferimento alle produzioni cinematografiche. Naturalmente, fuori dalla corrente neorealista e dalle produzioni apparse con l’ondata del cosiddetto neo-neorealismo a cavallo del XX e del XXI secolo, il numero delle produzioni filmiche che ricorrono al dialetto nella sua pura forma è modesto. Tuttavia, in relazione a produzioni filmiche in cui sono avvertibili tratti regionali, si parla di un grado di dialettalità espressa in un continuum delimitato dal dialetto da una parte e dall’italiano regionale dall’altra, valutando, film per film, l’intensità e la quantità dei tratti linguistici di origine dialettale.

In sostanza, l’intenzione della presente ricerca consiste nell’affiancamento di due elementi: i personaggi cinematografici di stampo regionale, presenti nelle produzioni della commedia all’italiana con i loro tratti distintivi, e l’analisi delle loro forme dialettali attribuibili. Si è convinti che queste due componenti si trovino in un rapporto di interdipendenza l’uno dall’altra e formino un’unica caratteristica che non può funzionare se privata di uno dei due elementi. Si crede che non si tratti di un casuale affastellamento di elementi regionali, bensì di una scelta ponderata. In quanto ai tratti dialettali, vengono scelti quelli di immediato riconoscimento da parte del pubblico, quelli in grado di richiamare il luogo di ← 12 | 13 → provenienza e quindi risvegliare una serie di connotazioni stereotipiche che lo riguardano e, infine, quelli che aiutano a formare la caratterizzazione del personaggio producendo, in concomitanza, un indubbio effetto comico.

Lo stereotipo etnico, il concetto di «carattere nazionale» o, nel nostro caso, di «caratteri regionali», è un fenomeno che si verifica in ogni comunità e vi assolve svariate funzioni. Originati in diversi modi e occasioni, rinsaldati dalla struttura dialettale, dalle dinamiche storiche e socioeconomiche del Paese, gli stereotipi regionali attingono al bagaglio collettivo italiano da secoli, indipendentemente dal punto di vista psicologico, condivisi o meno da una parte della società. Alcuni stereotipi evolvono negli anni accumulando in sé una pluralità di connotazioni e di significati, altri cadono nell’oblio, spariscono dalla circolazione, vengono aggiornati o sostituiti con altri nuovi. Inoltre, nella cultura italiana, gli stereotipi regionali rappresentano, da secoli, un efficace e collaudato mezzo comico tanto nella letteratura, quanto nella drammaturgia e nelle altre manifestazioni di tipo artistico. Nell’ambito cinematografico la loro massima rappresentazione si ha nella commedia all’italiana, il genere filmico che costituisce il criterio fondante nella scelta del corpus del presente studio. Sono state individuate dieci pellicole appartenenti al periodo aureo della commedia all’italiana, tenendo in considerazione i film usciti nel decennio racchiuso tra il 1958 e il 1968. I personaggi riscontrati nel corpus andranno ascritti a uno dei quattro stereotipi: romano, milanese, veneto o siciliano. Sfruttando il metodo analitico e grazie a un’attenta osservazione dei film, si cercherà, in primo luogo, di delineare il profilo stereotipato del personaggio, partendo dalle sue origini e raccogliendo le caratteristiche tipiche. In secondo luogo, data l’inscindibilità del dialetto dal personaggio, verranno sottoposti all’analisi fonetica, morfosintattica e lessicale i tratti linguistici regionali rinvenuti nei dialoghi filmici.

Bisogna segnalare che il ricorso al dialetto nelle commedie in questione, sempre in relazione alla rappresentazione regionale stereotipata, funge da doppio fondo, rispecchiando frattanto il carattere del genere cinematografico. La commedia all’italiana, discussa e messa per anni sotto accusa dai critici, era lungi dal porsi solamente come mera evasione. Al di sotto del primo strato, quello del puro divertimento, si celava un’aspra critica della società italiana dell’epoca. Un’analoga prospettiva va applicata all’uso del dialetto. Esso, in primis, era chiamato ad arricchire il parlato filmico, a conferirgli maggiore verosimiglianza e a mettere in mostra le sue potenzialità linguistiche e comiche, ma nell’ottica più ravvicinata fungeva da intelligibile avvio a una serie di connotazioni che univano la parlata di una determinata zona allo stereotipo regionale radicato nella tradizione italiana. Vale la pena sottolineare che questi aspetti della commedia all’italiana ← 13 | 14 → vengono immancabilmente persi nel processo di traduzione in caso di una trasposizione su schermi non italiani.

Questo argomento acquisisce un fascino maggiore se si prende in considerazione il fatto che nel campo di studi italiano è stato scarsamente sollevato. I contributi linguistici finora apparsi in ambito cinematografico trattano la lingua da una prospettiva diacronica e analizzano le sue peculiarità ascrivendole a determinati periodi storici o correnti cinematografiche. Sono preziosi, in primo luogo, le riflessioni sul linguaggio cinematografico di Allodoli (1937; 1938), i contributi di Raffaelli (1992; 1994; 1996a; 2001), i lavori di Rossi F. (2006; 2007), Polselli (2005), Rossi A. (2003), Setti (2010).

La situazione è analoga ai contributi sulla commedia all’italiana: si tratta piuttosto di scritti che trattano il problema in modo globale, senza dare alcun particolare peso alle questioni linguistiche. Tra i più importanti: la ricerca condotta negli anni Ottanta e racchiusa in due volumi, il primo a cura di Pintus (1985) e il secondo a cura di Napolitano (1986). Si ricordano, inoltre, le importanti monografie come quella di Giacovelli (1995), Grande (2003), D’Amico (2008), Comand (2010). Tuttavia, si tratta di contributi di stampo puramente cinematografico, in cui le questioni riguardanti la lingua vengono relegate in secondo piano. Sono apparsi alcuni saggi che trattano i singoli film o gruppi di film della commedia all’italiana, ma si limitano a esaminare solo i tratti linguistici e l’analisi si basa spesso sulle sceneggiature ufficialmente pubblicate e non sui dialoghi effettivi dei film.

Anche l’assemblaggio dell’immagine stereotipata dei protagonisti regionali della commedia all’italiana e dei tratti linguistici tipici risulta un aspetto piuttosto trascurato. Gli autori sopraccitati si limitano a osservazioni di stampo generico riguardanti la ricorrenza degli stereotipi e dedicano poco spazio alla parte linguistica.

Alla luce dello stato di questi studi, la stesura del presente lavoro ha richiesto approfondite ricerche interdisciplinari che interessavano, oltre alla linguistica e alla dialettologia, anche discipline come letteratura, drammaturgia, psicologia, sociologia, storia e storia del cinema. Di conseguenza esso si iscrive, da un lato, all’ambito degli studi di natura cinematografica, trattando da vicino la problematica riguardante la creazione del personaggio regionale e il suo sfruttamento all’interno della commedia all’italiana, e dall’altro, al quadro degli studi sociolinguistici. Inoltre, in prospettiva sociolinguistica, si distingue un’indagine linguistica che si snoda lungo tutti i livelli di analisi. ← 14 | 15 →

Il presente lavoro si articola in due parti, teorica e analitica, entrambe strutturate in cinque capitoli.

Nel primo capitolo, partendo dalla nozione sociolinguistica di repertorio e diglossia, verrà richiamata, nei suoi tratti essenziali, l’odierna situazione linguistica della comunità italiana. Si proporrà di osservare sommariamente il repertorio linguistico italiano alla luce del concetto di continuum disteso lungo le assi di variazione. Ci si soffermerà, inoltre, sul concetto del dialetto, sulla sua posizione rispetto alla lingua nazionale e sul suo ruolo nella comunità linguistica italiana.

Il secondo capitolo sarà volto a fornire una migliore comprensione di relazioni tra la lingua e i dialetti. Al fenomeno di lingue (codici) in contatto (Weinreich 1974) e alle relative conseguenze discorsive riunite sotto il nome dell’alternanza di codice, con i suoi fenomeni tipici quali code-switching, code-mixing e prestito linguistico, verrà dedicata la parte introduttiva del secondo capitolo. In seguito, si proporrà di esaminare usi e ruoli che il dialetto svolgeva nel passato e che è chiamato a ricoprire anche oggi, e il modo in cui veniva percepito sia dagli italofoni che dai dialettofoni. Verrà discusso il fenomeno della cosiddetta nuova dialettalità che recentemente sembra farsi sempre più spazio nel panorama linguistico italiano. Infine, si rivolgerà l’attenzione all’uso del dialetto nelle produzioni artistiche, letterarie e teatrali italiane di diverse epoche.

Con il terzo capitolo si entrerà nell’ambito cinematografico. In primo luogo si cercherà di collocare il parlato filmico sull’asse di variazione linguistica, di caratterizzarlo e di analizzare le diverse accezioni del termine. In seguito, si proporrà un breve viaggio nella storia del cinema italiano a partire dal periodo sonoro, ponendo una particolare attenzione alla presenza del dialetto nelle produzioni filmiche nazionali e nel doppiaggio.

L’obiettivo del quarto capitolo sarà quello di delineare il genere cinematografico inteso come commedia all’italiana. Il punto di partenza costituirà una sintetica riflessione dedicata al sintagma «all’italiana». Tenendo in considerazione che la commedia all’italiana è un fenomeno che sfugge a precise definizioni, ci si propone di analizzarlo attraverso i singoli costituenti quali le origini, le ispirazioni sia dirette che indirette e il ruolo del mondo circostante. Si parlerà, infine, della messa in discussione del valore della commedia all’italiana come prodotto cinematografico.

Si è ritenuto necessario dedicare l’ultimo capitolo della parte teorica alla nozione dello stereotipo. Si affronteranno sommariamente teorie fondamentali per la psicologia per arrivare, attraverso la teoria dei prototipi e la nozione della categorizzazione della realtà, alle teorie linguistiche secondo le quali lo stereotipo abita nella lingua (Quasthoff 1973, Putnam 1975, Bartmiński 2009, 2012). ← 15 | 16 →

Con il sesto capitolo si passerà alla parte analitica. Il corpus, che vi verrà presentato, è costituito da dieci pellicole appartenenti al genere della commedia all’italiana, racchiuse nel decennio tra il 1958 e il 1968. Sono stati scelti film caratterizzati da una spiccata presenza di protagonisti regionali e dall’uso di forme dialettali all’interno dei dialoghi. Da un lato occorre segnalare una scarsa reperibilità delle trascrizioni originali delle sceneggiature, il che ha posto alcuni ostacoli nella realizzazione del lavoro. Dall’altro lato, dopo la consultazione di alcune copie di cui siamo riusciti a entrare in possesso, si è osservato che i dialoghi trascritti non corrispondevano fedelmente a quelli della versione filmica. Di conseguenza, per evitare l’analisi di un materiale non compatibile linguisticamente con i film, e anche per non rischiare un’inaccettabile perdita dei tratti linguistici, pur minimi, di carattere regionale, critici e fondamentali per la riuscita del presente lavoro, si è deciso di procedere con la trascrizione personale dei dialoghi di tutti i film e di basare su di essa la nostra indagine.

Nei capitoli da 7 a 10 si procederà con l’analisi dei singoli stereotipi (in ordine di apparizione: stereotipo romano, milanese, veneto e siciliano). Mentre la parte introduttiva di ciascun capitolo conterrà una riflessione sull’origine dello stereotipo, quelle successive si svilupperanno secondo le dinamiche dettate dal carattere proprio di ogni stereotipo. In primo luogo, si analizzeranno le connotazioni culturali presenti nella società italiana e riscontrate nei film del corpus, riguardanti sia l’abitante della regione (o della città) che la regione (o la città) stessa. La seconda parte di ciascun capitolo sarà dedicata alla veste linguistica dello stereotipo: verranno individuati i tratti linguistici dialettali e/o dialettizzanti appartenenti a tutti i livelli di analisi (fonetico, morfosintattico e lessicale), sintetizzati sotto forma di tabelle e grafici nelle parti conclusive di ogni sezione.

Il volume si chiude con le conclusioni, la bibliografia di riferimento e il riassunto in lingua inglese.

Details

Pages
316
Year
2016
ISBN (ePUB)
9783631696934
ISBN (PDF)
9783653055092
ISBN (MOBI)
9783631696941
ISBN (Hardcover)
9783631660973
DOI
10.3726/978-3-653-05509-2
Language
Italian
Publication date
2016 (October)
Published
Frankfurt am Main, Berlin, Bern, Bruxelles, New York, Oxford, Wien, 2016. 316 p., 15 graf., 5 tab.

Biographical notes

Anna Grochowska-Reiter (Author)

Anna Grochowska-Reiter ha studiato Italianistica all’Università di Adam Mickiewicz di Poznań presso la quale ha conseguito il Dottorato di ricerca in Linguistica italiana e dove attualmente insegna. I suoi principali interessi ruotano intorno alla lingua del cinema e la sociolinguistica italiana.

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