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La linguistica vista dalle Alpi Linguistic views from the Alps

Teoria, lessicografia e multilinguismo Language Theory, Lexicography and Multilingualism

by Ermenegildo Bidese (Volume editor) Jan Casalicchio (Volume editor) Manuela Caterina Moroni (Volume editor)
©2019 Edited Collection 374 Pages
Series: Studia Romanica et Linguistica, Volume 57

Summary

Il volume raccoglie contributi che hanno come principale tema di ricerca la multiforme realtà linguistica dell’ambiente alpino. Essi indagano fenomeni linguistici di lingue standard e di minoranza appartenenti ai gruppi romanzo e germanico. Il libro si compone di quatto sezioni: modelli teorici, valenza e lessicografia, linguistica delle varietà e multilinguismo e le lingue nel Trentino-Alto Adige.
The contributions of this book deal with the diverse linguistic situation of the Alps by focusing on phenomena of standard and minority languages which belong to the Romance and Germanic group. They address four main topics which correspond to the four sections of the book: linguistic theory, valence and lexicography, variety linguistics and multilingualism, and languages in Trentino-South Tyrol.

Table Of Contents

  • Copertina / Cover
  • Titolo / Title
  • Copyright
  • Sull’autore/sul curatore / About the author(s)/editor(s)
  • Sul libro / About the book
  • Questa edizione in formato eBook può essere citata / This eBook can be cited
  • Contenuto / Content
  • Introduzione
  • 1 Modelli teorici – Linguistic theory
  • The role of pronouns and inflection in the null subject parameter (Giorgio Graffi – Alessandro Riolfi)
  • Subject clitic languages in comparison: Subject clitics, finite verb movement, and nominative case assignment in Germanic (Bavarian, Cimbrian) and Romance (French, North Italian) varieties (Alessandra Tomaselli – Ermenegildo Bidese)
  • Parameters and deixis: Modelling microvariation in Romance locative adverb systems (Adam Ledgeway)
  • The Discourse Connector according to the Language into Act Theory: data from IPIC Italian (Emanuela Cresti – Massimo Moneglia)
  • 2 Valenza e lessicografia – Valence and lexicography
  • Valenza verbale e concettualizzazione: le due facce di una stessa medaglia? (Heidi Siller-Runggaldier)
  • Polivalenza di verbi e nomi atmosferici metaforizzati (Sara Dallabrida)
  • Di alcuni elementi in -ura del friulano antico (Federico Vicario)
  • I toponimi del Trentino formati sui nomi della vite (Lydia Flöss)
  • 3 Linguistica delle varietà e Multilinguismo – Variety linguistics and Multilingualism
  • La nozione di ‘varietà di lingua’: una categoria obsoleta? (Gaetano Berruto)
  • L’apprendimento della lettura nei bambini con italiano L2 (Maria Vender – Maria Teresa Guasti)
  • Italian as a heritage language in Germany – Acquisition outcomes and the role of cross-linguistic influence (Tanja Kupisch)
  • 4 Le lingue del Trentino-Alto Adige – Languages in Trentino-South Tyrol
  • Come mettersi d’accordo se si è persa la testa? L’accordo parziale nel sintagma nominale delle varietà ladine: il caso dei sintagmi nominali con testa non-espressa (Giampaolo Salvi)
  • “Muttårschpråche daitsch, però ho sempre parlato italiano”. Comunità linguistiche di confine nella Bassa Atesina (Silvia Dal Negro – Katrin Tartarotti)
  • The expression of additivity in the Alps: German auch, Italian anche and their counterparts in Gardenese Ladin (Ermenegildo Bidese – Jan Casalicchio – Manuela C. Moroni – Alessandro Parenti)
  • Volumi pubblicati nella collana / Series index

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Introduzione

Il 17 luglio del 2019 Patrizia Cordin ha compiuto 65 anni. Questa data ha offerto a noi e ad altri colleghi l’occasione per riflettere sui temi del suo percorso di ricerca come linguista e per raccogliere in questo volume, a lei dedicato, alcuni importanti contributi sui suoi principali ambiti di studio.

I lavori di Patrizia toccano un ampio raggio di interessi scientifici, tra i quali si possono individuare tre grandi direttrici di studio. Nella prima, che possiamo definire di linguistica teorica, rientrano sia i suoi importanti contributi sul parametro del soggetto nullo, con riferimento tanto all’italiano quanto ai dialetti italiani (in particolare a quello trentino, Brandi & Cordin 1981, 1989) sia lavori su singoli fenomeni della grammatica italiana e della teoria della valenza (Cordin & Calabrese 1988, Cordin 1991a, Cordin & Lo Duca 2001, 2003, Dallabrida & Cordin 2018). La seconda grande direttrice spazia dalla lessicografia (Cordin 1997a) alla ricerca di singoli fenomeni linguistici propri dei dialetti settentrionali e dell’italiano regionale parlato in Trentino (Cordin 1991b, 1993, 1997b, 2008, 2009, 2018a), con particolare attenzione per le costruzioni verbo-locativo (Cordin 2011a, Bidese, Casalicchio & Cordin 2016). In questo secondo macro-ambito sono compresi anche i suoi studi dedicati alla storia e cultura trentina (Cordin 1992, 1995, 1996, 2000), alla toponomastica (Cordin & Floess 2002, 2013, Cordin, Floess & Gatti 2013, Cordin 2015, 2018b) e alle lingue delle istituzioni pubbliche, in particolare della scuola e dell’amministrazione (Cordin 2011b, 2014). La terza direttrice è rappresentata dagli studi sulle lingue di minoranza storiche e di nuova formazione (Cordin 2010, Cordin & Floess 2013, Cordin 2013, 2016) e sulla loro didattica (Cordin 2011b, 2017).

Questi ambiti di ricerca di Patrizia trovano corrispondenza nelle quattro sezioni di cui si compone il presente volume. La prima sezione raccoglie contributi di impostazione teorica. Giorgio Graffi e Alessandro Riolfi offrono un panorama sulla teoria del soggetto nullo dai primi lavori degli anni ’70 (Perlmutter 1971, Taraldsen 1978) fino agli ultimi sviluppi del minimalismo (Roberts 2010, Holmberg 2010), per poi reinterpretare le analisi pionieristiche sul fiorentino e il trentino di Brandi & Cordin (1981, 1989) alla luce della nuova tipologia proposta per le lingue a soggetto nullo. Queste analisi sono anche il punto di partenza del contributo di Alessandra Tomaselli ed Ermenegildo Bidese. Confrontando diverse lingue caratterizzate dalla presenza di soggetti clitici, gli autori rivisitano la classica distinzione tra lingue C-dominanti e lingue T-dominanti e arrivano a definire così la griglia di tratti associati alle due teste sintattiche. Adam Ledgeway analizza i numerosi ← 7 | 8 → sistemi di avverbi locativi nelle varietà romanze, con un particolare focus su quelle italo-romanze, mostrando come l’ampia variazione possa essere ricondotta ad un limitato numero di opzioni. Queste, a loro volta, possono essere spiegate attraverso scelte parametriche generali organizzate gerarchicamente. Il contributo di Emanuela Cresti e Massimo Moneglia analizza, alla luce della versione più recente della “teoria della lingua in atto” (Language into Act Theory, L-AcT, Cresti 2000), lo status e la funzione di elementi tradizionalmente classificati come congiunzioni e connettori nel flusso del parlato e in relazione alla struttura informativa.

La seconda sezione del volume è dedicata ai temi della valenza e della lessicografia. In particolare, i primi due studi si concentrano sulla valenza verbale. Heidi Siller-Runggaldier analizza il comportamento valenziale di un gruppo di verbi che semanticamente hanno come iperonimo dare, mostrando come il concetto di frame permetta di portare alla luce le strategie di concettualizzazione sottese all’uso dei singoli verbi. Da una parte questo approccio comporta il superamento della distinzione tra argomenti e costituenti facoltativi – questi ultimi solitamente considerati come circostanziali –, dall’altra permette di cogliere le peculiarità delle diverse lingue nella concettualizzazione delle azioni. Nel suo contributo, Sara Dallabrida analizza, sulla base di un campione di esempi giornalistici, gli usi metaforizzati dei verbi piovere, nevicare e grandinare e dei corrispondenti nomi atmosferici pioggia, nevicata, grandinata. L’autrice si concentra in particolare sui possibili aumenti valenziali e su alcuni effetti comunicativi metaforici ad essi associati, come quello della massificazione. Gli altri due contributi di questa sezione si collocano nell’ambito della lessicografia e toponomastica. Federico Vicario fornisce una rassegna di elementi lessicali del friulano antico continuatori del lat. -ura, suffisso derivativo che produce principalmente sostantivi astratti da forme del participio passato del verbo e risulta piuttosto produttivo nella generalità delle lingue romanze. Le voci analizzate sono estratte dal repertorio del Dizionario storico friulano, che raccoglie manoscritti di uso pratico in volgare friulano, prodotti tra la fine del XIII e la fine del XV secolo. Le formazioni più produttive riguardano il trasporto e la spedizione di beni o materiali oppure fanno riferimento a lavori manuali, agricoli, artigianali o di altro tipo. Il contributo di Lydia Floess è uno studio toponomastico che prende in considerazione i toponimi di tradizione popolare formati sui nomi dialettali della vite, basandosi sulla banca dati del Dizionario toponomastico trentino. Il saggio ne illustra le caratteristiche linguistiche, la loro distribuzione sul territorio e le informazioni relative al tipo di coltura ricavabili dalle schede toponomastiche della banca dati.

La terza sezione rispecchia gli interessi di Patrizia per il multilinguismo e l’uso delle lingue nella scuola. Il contributo di Maria Vender e Maria Teresa Guasti ← 8 | 9 → indaga i meccanismi di apprendimento della lettura e scrittura in bambini bilingui con l’italiano come seconda lingua confrontandoli con quelli di bambini monolingui. Vengono discussi i fattori che influenzano tale apprendimento, quali l’età di esposizione alla L2, la sua quantità e qualità e le condizioni socio-economiche della famiglia. I risultati sembrano indicare che per garantire un soddisfacente percorso di alfabetizzazione nella L2 è necessario mantenere l’utilizzo della L1 nel contesto familiare, valorizzandola e creando un ambiente di alfabetizzazione domestico (home literacy environment) tanto per la L1 quanto per la L2. Il bilinguismo è al centro anche del contributo di Tanja Kupisch, dove, però, l’italiano è una L1 (lingua ereditaria/heritage language) di persone con origini italiane nate e cresciute in Germania. Sulla base di dati di produzione spontanea ed elicitata, ne viene indagata la competenza nell’ambito della morfosintassi del sintagma nominale e della fonologia. I risultati mostrano come i parlanti dell’italiano come lingua ereditaria subiscano un’influenza del tedesco (lingua della società), ma solo in alcuni ambiti, come per esempio l’assegnazione del genere e l’intonazione (global accent). Il contributo di Gaetano Berruto chiude questa parte con una riflessione di ampio respiro sulla nozione di ‘varietà di lingua’, delineandone la storia a partire dalla linguistica funzionale inglese fino ad approcci sociolinguistici attuali. Attraverso una discussione critica egli arriva ad argomentare a favore di un riconoscimento della nozione di ‘varietà di lingua’ come categoria basilare della sociolinguistica attuale.

Infine, la quarta sezione rispecchia gli interessi di Patrizia verso le varietà linguistiche parlate nel Trentino-Alto Adige. Giampaolo Salvi offre una descrizione dettagliata del fenomeno dell’accordo parziale nelle varietà ladine: in fassano, gardenese e nel ladino cadorino il plurale femminile non viene realizzato su tutti gli elementi interni al sintagma nominale, ma solo su uno o su alcuni; i restanti elementi hanno la forma femminile singolare. Si tratta di un fenomeno caratterizzato da un’accentuata microvariazione che l’autore esplora nel dettaglio. Silvia Dal Negro e Katrin Tartarotti presentano uno studio sociolinguistico incentrato sulla comunità linguistica multilingue di Bronzolo (provincia di Bolzano). In questo paese convivono una comunità romanza (trentina) e una tirolese. Questa situazione ha portato alla presenza di un repertorio linguistico ampio che comprende, in varia misura a seconda del parlante, l’italiano, il tedesco, il dialetto trentino e quello tirolese. Si tratta di una situazione unica, distinta dal bilinguismo bi-comunitario tipico del resto dell’Alto Adige e interessata da un cambiamento dovuto alla progressiva marginalizzazione del dialetto trentino e all’immigrazione di persone provenienti dal resto dell’Alto Adige. Infine, il contributo dei colleghi trentini di Patrizia – Ermenegildo Bidese, Jan Casalicchio, ← 9 | 10 → Manuela C. Moroni e Alessandro Parenti – prende in esame l’uso di anche in italiano, auch in tedesco e nce e ënghe in ladino. Gli autori mostrano che in tutte le lingue la particella additiva svolge quattro funzioni principali: quella dell’additività in senso stretto, di connettore, di focus e quella modale. Mentre le prime due funzioni sono ben attestate in tutte e tre le lingue, quella di focus e quella modale caratterizzano soprattutto il tedesco, mentre sono più limitate in ladino e assolutamente rare in italiano.

Cara Patrizia, speriamo che tu possa accettare con piacere questo regalo, che abbiamo cercato di fare con la stessa sobrietà, ma anche cordialità, che ti contraddistinguono. I nostri migliori auguri per aver raggiunto questo traguardo!

Trento, luglio 2019

Ermenegildo Bidese, Jan Casalicchio e Manuela C. Moroni

Bibliografia

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Brandi, Luciana & Patrizia Cordin (1989). Two Italian Dialects and the Null Subject Parameter, in Osvaldo Jaeggli & Ken Safir (eds.), The Null Subject Parameter. Dordrecht/Boston/New York, N.Y.: Kluwer academic, 111–142.

Cordin, Patrizia & Andrea Calabrese (1988). Il pronome, in Lorenzo Renzi (ed.), Grande grammatica italiana di consultazione. Bologna: il Mulino, 535–641.

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Cordin, Patrizia (1992). La lingua della scuola nel Trentino austriaco, Didascalie 9–10: 25–27.

Cordin, Patrizia (1993). Dative Clitic Doubling in Trentino, in Adriana Belletti (ed.), Syntactic Theory and the Dialects of Italy. Torino: Rosenberg & Sellier, 130–154. ← 10 | 11 →

Cordin, Patrizia (1995). Festa cortigiana e autocelebrazione aristocratica nel ‘Trionfo tridentino’ di Leonardo Colombino, Geschichte und Region/Storia e Regione 4: 113–128.

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Cordin, Patrizia (2010). Il cimbro nei dizionari dal XVIII secolo a oggi, in Ermenegildo Bidese (ed.), Il cimbro negli studi di linguistica. Padova: Unipress, 87–114.

Cordin, Patrizia (2011a). Le costruzioni verbo-locativo in area romanza: dallo spazio allaspetto. Berlin: De Gruyter.

Cordin, Patrizia (2011b) (ed.). Didattica di lingue locali: esperienze di ladino, mòcheno e cimbro nella scuola e all’università. Milano: Franco Angeli.

Cordin, Patrizia (2013). “With our best future in mind”: lo sviluppo bilingue di bambini con L1 minoritaria, in Immacolata Tempesta & Massimo Vedovelli (eds.), Di Linguistica e di Sociolinguistica. Studi offerti a Norbert Dittmar. Roma: Bulzoni, 149–166.

Cordin, Patrizia (2014). Lingue locali e pubblica amministrazione: riflessioni linguistiche in margine al convegno, in Flavio Guella, Francesco Penasa & Jens Woelk (eds.), La Pubblica Amministrazione tra diritto e lingue minoritarie. La potenzialità del modello trentino di fronte alla realtà dei piccoli numeri: un primo bilancio sulla Legge Provinciale n. 6/2008. Padova: CEDAM, 241–256.

Cordin, Patrizia (2015). Nomi che indicano malga nel Dizionario Toponomastico Trentino, Bollettino dellatlante linguistico italiano 39: 5–23. ← 11 | 12 →

Cordin, Patrizia (2016). La lingua italiana e le altre: la nuova sfida della classi multilingui, in Simona Brunetti et al. (eds.), Versprachlichung der WeltIl mondo il parole. Tübingen: Stauffenburg, 609–622.

Cordin, Patrizia (2017). L’input in L1 e i risultati scolastici di studenti con famiglia migrante, in Loredana Corrà et al. (eds.), Educazione linguistica in classi multietniche. Atti dei workshop di Udine e Malta (2014). Roma: Aracne, 45–62.

Cordin, Patrizia (2018a). On the interpretation of an interrogative form in North-eastern Italian dialects, in Roberta D’Alessandro & Diego Pescarini (eds.), Advances in Italian dialectology: Sketches of Italo-Romance grammars. Leiden: Brill, 52–71.

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Cordin, Patrizia & Lydia Floess (2002). Creature fantastiche nella toponomastica trentina, Rivista Italiana di Dialettologia 26: 1–26.

Cordin, Patrizia & Lydia Floess (2013). Lo spazio del romanzo nella toponomastica mòchena, in Ermenegildo Bidese & Federica Cognola (eds.), Introduzione alla linguistica del mòcheno. Torino: Rosenberg & Sellier, 147–162.

Cordin, Patrizia, Lydia Floess & Tiziana Gatti (2013). Le parole che indicano altura nella toponomastica trentina, in Elena Dai Prà (ed.), Cartografia storica e paesaggi in Trentino. Approcci geostorici. Mantova: SAP, 205–221.

Cordin, Patrizia & Maria Giuseppa Lo Duca (2011). Aspetti sintattici dei verbi: considerazioni in prospettiva diacronica, in Zsuzsanna Fábián & Giampaolo Salvi (eds.), Semantica e lessicologia storiche. Atti del XXXII congresso internazionale di studi della SLI. Roma: Bulzoni.

Cordin, Patrizia & Maria Giuseppa Lo Duca (2003). Configurazioni argomentali: analisi dei verbi “reciproci” in italino, in Patrizia Cordin & Maria Giuseppa Lo Duca (eds.), Classi di verbi, valenze e dizionari. Esplorazioni e proposte. Padova: Unipress, 31–52.

Cresti, Emanuela (2000). Corpus di italiano parlato. Firenze: Accademia della Crusca.

Dallabrida, Sara & Patrizia Cordin (eds.), La grammatica delle valenze: spunti teorici, strumenti e applicazioni. Firenze: Cesati.

Holmberg, Anders (2010). Null subject parameters, in Theresa Biberauer et al. (eds.), Parametric Variation: Null Subjects in Minimalist Theory. New York: Cambridge University Press, 88–124.

Perlmutter, David M. (1971). Deep and Surface Structure Constraints in Syntax. Ph.D. dissertation, MIT. ← 12 | 13 →

Roberts, Ian (2010). A deletion analysis of null subjects, in Theresa Biberauer et al. (eds.), Parametric Variation: Null Subjects in Minimalist Theory. New York: Cambridge University Press 58–87.

Taraldsen, Knut Tarald (1978). On the NIC, vacuous application and the that-trace filter. Bloomington: Indiana University Linguistics Club.

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1 Modelli teorici Linguistic theory

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Giorgio Graffi and Alessandro Riolfi

University of Verona

The role of pronouns and inflection in the null subject parameter*

Abstract: This paper revisits the successive reformulations of the null subject parameter, from the early 1970s to the latest developments of Minimalism. After briefly reviewing the observations made by Perlmutter (1971) and Taraldsen (1980) regarding the connection between the possibility of referential null subjects and the richness of verbal inflection, the first part of our analysis focuses on the parametric accounts put forth by Chomsky (1981b), Brandi & Cordin (1981, 1989), and Rizzi (1982, 1986). This leads to a provisional outline of the null subject parameter as investigated within the GB framework, according to which the null subject phenomenon was held to rely on a base generated empty category pro which could be optionally licensed and identified by null subject languages’ inflectional element. After a brief reconsideration of GB’s idea of a base generated pro, which ultimately clashed with the minimalist assumption that T bears unvalued φ-features, the second part of our analysis focuses on the specific hypothesis about the null subject parameter that is formulated by Roberts (2010) and further developed in a typological perspective by Holmberg (2010a). Finally, a proposal regarding the issue of optionality in pronominal subject realization in null subject languages is put forward, which relies on the idea that the PF-deletion process of the pronominal element only occurs if the latter is in subject position: if a (seeming) subject pronoun occurs in a null subject language, its position is different.

Keywords: parameter, null subject, agreement, inflection, pronoun deletion.

1. Introduction

The Null Subject Parameter (henceforth, NSP) was actually discovered before the introduction of the label ‘parameter’ in generative grammar and, to some extent, even before the birth of generative grammar itself (cf. Jaeggli & Safir 1989a: 21). This parameter is also known as the “pro-drop” parameter, a label mostly used by Chomsky, who writes: “I will keep to this familiar term here, though Rizzi’s term null subject parameter is more perspicuous” (Chomsky 1982: 98, fn. 22). In section 2 of ← 17 | 18 → the present paper, we will sketch the process of the gradual discovery and account of this parameter from the early 1970s until the final years of the “Principles and Parameters” model. In section 3, starting from some recent hypotheses about the NSP that have been formulated in recent years, we will propose our own account of it. In section 4, we will summarize the main points of our paper.

2. A historical overview

Details

Pages
374
Year
2019
ISBN (PDF)
9783631796351
ISBN (ePUB)
9783631796368
ISBN (MOBI)
9783631796375
ISBN (Hardcover)
9783631793190
DOI
10.3726/b15904
Language
English
Publication date
2020 (August)
Keywords
null subject parameter theory of valency minority languages Italian dialects heritage languages additive particles
Published
Berlin, Bern, Bruxelles, New York, Oxford, Warszawa, 2020., 374 pp., 21 fig. col., 4 fig. b/w, 11 tables

Biographical notes

Ermenegildo Bidese (Volume editor) Jan Casalicchio (Volume editor) Manuela Caterina Moroni (Volume editor)

Ermenegildo Bidese è professore associato di linguistica tedesca all’Università di Trento. Si occupa della sintassi delle lingue germaniche in Italia. Jan Casalicchio è ricercatore post-doc nell’ambito del progetto ERC «Microcontact» all’Università di Utrecht. Studia la sintassi del ladino e di altre varietà romanze. Manuela Moroni è professoressa associata di linguistica tedesca all’Università di Trento. Studia le «Modalpartikeln» e l’intonazione. Ermenegildo Bidese is associate professor of German linguistics at the University of Trento. His main research interest is the syntax of German minority languages in Italy. Jan Casalicchio is postdoctoral researcher within the ERC-funded project «Microcontact» at the University of Utrecht. His research deals with the syntax of Ladin and other Romance varieties. Manuela Moroni is associate professor of German linguistics at the University of Trento. She researches «Modalpartikel» and Intonation.

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