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Psicopatografie

Il racconto della malattia mentale nella narrativa italiana del XXI secolo

by Stefano Redaelli (Author)
©2023 Monographs 168 Pages
Series: Raccordi, Volume 3

Summary

Chiamiamo psicopatografia un racconto autobiografico della (e dalla) malattia
mentale. Nessuna malattia, come quelle che investono la mente, hanno così drammaticamente
bisogno di parole, di racconti per dirsi. Nessuna malattia, come la
follia, porta il peso di miti, pregiudizi, stigmi che nei secoli l’hanno imprigionata,
esclusa, messa a tacere. Il narratore ferito nella mente cerca di ridare voce e senso
alla malattia e alla sua vita, attraverso il racconto, ristabilendo un legame tra illness,
disease e sickness. Alla luce degli studi sulle illness narratives, il libro analizza racconti
di malattia (Daniele Mencarelli, Alice Banfi, Andrea Pomella, Simona Vinci,
Fuani Marino, Paolo Milone, Carlo Patriarca) rappresentativi di un fenomeno
recente nella narrativa italiana: un considerevole incremento di narrazioni in cui il
disagio mentale è centrale. A cavallo tra letteratura e psichiatria, uno studio patografico
interamente dedicato alle malattie mentali.
Vincitore del premio 2023 del "PREMIO LETTERARIO CITTÀ DI GIRIFALCO - SEZIONE "PAROLE E FOLLIA" per le sue pubblicazioni letterarie e scientifiche sulla follia.

Table Of Contents

  • Copertina
  • Titolo
  • Copyright
  • Sull’autore/Sul curatore
  • Sul libro
  • Questa edizione in formato eBook può essere citata
  • Indice
  • Premessa
  • I La mente ferita
  • 1. Raccontare la malattia mentale (in prima persona)
  • 2. Tre sono le storie
  • 3. Decostruire – decolonizzare, demitizzare, desecretare – la malattia
  • 4. Le due culture (psichiatriche)
  • II Il narratore contenuto
  • 1. E vissero infelici e contenuti
  • 2. Alice Banfi: un soggetto in fuga
  • 3. Daniele Mencarelli: la salvezza tra le mura
  • III Il narratore depresso
  • 1. Depressi di tutto il mondo unitevi
  • 2. Simona Vinci: le parole della paura
  • 3. Andrea Pomella: un buio bianco
  • IV Il narratore psichiatra
  • 1. Disease Narrative
  • 2. Paolo Milone: l’abbraccio primigenio della contenzione.
  • 3. Carlo Patriarca: la rinascita elettrica
  • Un’altra immagine della follia (e della cura)
  • Bibliografia

Premessa

È un fenomeno recente nella narrativa italiana: a quarantaquattro anni dalla Legge Basaglia (come un’onda lunga), si assiste a un significativo incremento di narrazioni in cui il disagio mentale è centrale. Dal 2016 al 2022 ne contiamo trentadue1 (tra fiction e non fiction), di cui alcune insignite dei principali premi letterari (Campiello, Strega, Calvino, Flaiano)2.

Una buona metà delle suddette narrazioni è composta da autopatografie: racconti in prima persona della malattia3. Liberato dal manicomio, che lo nascondeva agli occhi e alle orecchie della società, il malato mentale rivendica ed esercita la libertà di espressione, il diritto al racconto della sua malattia. Ci è voluto tutto questo tempo; è doveroso chiedersi perché.

E soprattutto: cosa racconta il folle, liberato dal manicomio?

La prima (brutta) sorpresa è che, con una certa frequenza, continua a parlare di manicomio, o piuttosto della sua ombra lunga: quello che del manicomio rimane in termini di contenzione (fisica o farmacologica), Tso, approccio psichiatrico organicista alla malattia mentale, che vede nel corpo rotto del folle qualcosa da riaggiustare (alla vita interiore del paziente non è interessato).

Raccontare il disagio mentale è un gesto liberatorio (dalle strutture e forme della psichiatria prima ancora che dalla malattia stessa) e politico, innanzitutto; è un atto di decolonizzazione medica. Ma è anche, soprattutto, un tentativo di dare voce all’inesprimibile: al grido4 sordo dell’anima, strozzato dall’afasia, dalla vergogna; al discorso esploso, trasfigurato nel delirio; alle emozioni ghiacciate, devastanti; a sensi e significati che anche nella malattia dell’insensatezza, dell’insignificanza, persistono, ribaltando, spesso mettendo in crisi i sensi e significati del «modo comune di stare al mondo»5.

Nessuna malattia, come quella che investe la mente, ha così drammaticamente bisogno di parole, di racconti per dirsi ed ha incommensurabili ostacoli da superare per farlo.

Nessuna malattia, come la follia, porta il peso dei miti, dei pregiudizi, degli stigmi che nei secoli l’hanno tenuta prigioniera, esclusa, condannata, messa a tacere.

La storia della follia è storia di un grande internamento, ha mostrato Foucault6; «La storia della psichiatria è storia degli psichiatri, non storia dei malati»7, scriveva Basaglia.

Il valore, il significato di un racconto in prima persona di malattia mentale va oltre la sfera personale, che sarebbe già di primaria importanza, in quanto la narrazione svolge una funzione al contempo terapeutica e identitaria: ri-costruisce un’identità che la malattia ha messo in crisi. Raccogliendo, componendo, analizzando, mettendo in dialogo tra loro i racconti dei malati mentali si riscrive, in certo modo, un’altra storia della follia e della psichiatria.

Il presente studio porta a compimento un progetto quadriennale di ricerca finanziato dal Centro Nazionale di Ricerca della Polonia8, il cui scopo era analizzare la narrativa italiana postbasagliana in cui il tema della follia, del disagio mentale, è centrale, con un approccio interdisciplinare (letterario, medico, filosofico-politico). I risultati delle ricerche sono disseminati in una serie di articoli, una curatela e in una prima monografia9.

Pur riprendendo inevitabilmente temi e opere narrative analizzate nelle precedenti pubblicazioni, questo libro ha una specificità: si concentra su alcuni racconti in prima persona della malattia, scelti come campione rappresentativo di una più vasta produzione letteraria, e li analizza alla luce degli studi sulle illness narratives10, cercando modelli specifici di narrazione, quando la malattia in questione investe non solo il corpo, ma anche la mente, l’anima.

Il libro è diviso in quattro capitoli.

Nel primo verranno introdotti i concetti di patografia, autopatografia, illness narratives e psicopatografia: un neologismo coniato ai fini di questo studio. A partire dagli studi fondativi di Artur Frank11 e Anne Hawkins12, si verificherà l’adeguatezza dei modelli narrativi proposti dagli autori nel caso della malattia mentale, e si mostrerà la specificità di tali racconti. Il problema delle immagini, dei pregiudizi, degli stigmi che la cultura ha associato alla follia, nonché i principali paradigmi psichiatrici adottati nella cura della malattia mentale saranno presi, seppur sinteticamente, in considerazione per l’interpretazione e l’analisi del corpus.

Nel secondo capitolo verranno analizzate opere narrative che non si sono ancora liberate dal topos manicomiale, dalle forme e dagli spazi della psichiatria prebasagliana: i romanzi autobiografici di Alice Banfi, Tanto scappo lo stesso. Romanzo di una matta (2008), Sottovuoto. Romanzo psichiatrico (2012), e di Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (2020), racconto di una settima di Tso, da cui è stata tratta una serie di successo su Netflix. Si studierà in particolare il ruolo della narrazione come strumento di liberazione, resistenza, cura. Verrà preso in esame, inoltre, il fenomeno della persistenza della contenzione farmacologica e fisica anche nei contesti psichiatrici post-basagliani.

Nel terzo capitolo verranno analizzati due tra i più significativi racconti della depressione degli ultimi anni: Parla, mia paura (Einaudi, 2017) di Simona Vinci, L’uomo che trema (Einaudi, 2018) di Andrea Pomella. Il tema (sconfinato) dei significati e delle immagini della depressione verrà declinato nel contesto culturale e psichiatrico postbasagliano (in particolare in una prospettiva fenomenologica), cercandone nelle narrazioni letterarie in questione i riflessi e le ombre.

Nel quarto capitolo si opererà un’inversione di prospettiva: verranno analizzati alcuni racconti di malattia mentale in prima persona, ma dal punto di vista dello psichiatra. Si prenderanno in considerazione due recentissimi testi: L’arte di legare le persone (Einaudi 2021) dello psichiatra Paolo Milone, libro tanto apprezzato dalla critica letteraria quanto criticato nel mondo psichiatrico, e Shock (Neri Pozza 2022) del medico Carlo Patriarca, biografia romanzata di Ugo Cerletti, inventore dell’elettroshock. Il cambio di prospettiva fornirà un’ulteriore verifica della peculiarità del racconto in prima persona del paziente, in particolare per quanto riguarda la funzione di decolonizzazione della malattia mentale, intesa come liberazione dal discorso e dalla prevaricazione psichiatrica sul corpo e sulla psiche del paziente, nonché riscatto della propria storia, non solo psichiatrica, che un certo tipo di cure tende a imprigionare, se non a cancellare.

Nonostante il prolificare di narrazioni sul disagio mentale, di cui abbiamo sottolineato l’importanza, non possiamo non osservare, con Eugenio Borgna, una recente tendenza della psichiatria a tornare indietro, per ragioni politiche e culturali, a un approccio pre-basagliano, privo di idealità e speranza, di partecipazione innanzitutto alla salute e al destino del malato, capace di riproporre contenzioni fisiche e farmacologiche che avrebbero dovuto essere da tempo superate. In L’agonia della psichiatria (Feltrinelli, 2022) leggiamo:

Una nuova rivoluzione sarebbe oggi necessaria: quella che ridia slancio e passione ai contenuti della legge di riforma, e che abbia ad arginare la inerzia e la indifferenza, la dipendenza farmacologica e tecnologica, e la presenza di una opinione pubblica, divenuta estranea al tema della psichiatria, e della assistenza in psichiatria, che negli ultimi anni del secolo scorso infiammava gli animi, e si accompagnava coralmente agli ideali della riforma. La rinnovata disattenzione politica nei confronti della psichiatria, dei problemi sociali e umani della psichiatria, ha molto contribuito nel mettere tra parentesi gli ideali della legge; e a questi e necessario ritornare, facendo rinascere in noi la speranza morente. Questa è una delle ferite che sono state aperte nel cuore della legge di riforma della psichiatria, ma non è la sola13.

Details

Pages
168
Year
2023
ISBN (PDF)
9782875748676
ISBN (ePUB)
9782875748683
ISBN (Softcover)
9782875748669
DOI
10.3726/b20791
Language
Italian
Publication date
2023 (July)
Keywords
Malattiamentale Psychiatry Legame tra illness,disease e sickness
Published
Bruxelles, Berlin, Bern, New York, Oxford, Warszawa, Wien, 2023. 168 p.

Biographical notes

Stefano Redaelli (Author)

Stefano Redaelli holds a PhD in Physics and a PhD in Literature. He teaches Italian Literature at the Faculty of “Artes Liberales” at the University of Warsaw. He is interested in the relationship between literature, science and medicine. Among his recent studies are the following monographs: Critica e cura. La follia prima e dopo Basaglia (with Ivan Dimitrijević, 2022), A 40 anni dalla legge Basaglia: la follia, tra immaginario letterario e realtà psichiatrica (2020), Nel varco tra le due culture. Letteratura e scienza in Italia (2016). He is the author of three novels: Ombra mai più (2022), Beati gli inquieti (2021), Chilometrotrenta (2011).

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