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Discorsi sul corpo nel tempo – Aspetti linguistici e interdisciplinari

by Daniela Pietrini (Volume editor) Mara Papaccio (Volume editor)
©2025 Edited Collection 398 Pages

Summary

Corpi perfetti, malati, "quotidiani", prima e dopo la dieta, nudi e vestiti, con o senza trucco o rughe: il corpo occupa un posto centrale nel nostro universo simbolico, e il nostro stile di vita attuale è fortemente caratterizzato dalla preoccupazione per il corpo. Se però la tematica del corpo ha dato luogo a una vivace produzione scientifica in diversi campi, come quello medico, religioso, sociologico, artistico, gli studi linguistici sono ancora insufficienti. Come si parla del corpo? Chi lo fa e come? Questo volume approfondisce tematiche legate al corpo dal punto di vista della lingua, analizzando in prospettiva diacronica e sincronica le parole, le espressioni idiomatiche, le metafore, i topoi ricorrenti con cui oggi si rappresenta il corpo umano. Temi controversi della corporeità come la bellezza, la vecchiaia, la malattia, la "normalità", vengono analizzati sulla base di materiali eterogenei (articoli di giornale, testi letterari, sentenze giuridiche, dizionari, film, trattati di danza e di teatro, manuali di vario genere) e secondo approcci metodologici diversi.

Table Of Contents

  • Copertina
  • Frontespizio
  • Colophon
  • Motto
  • Indice
  • Introduzione
  • Parte I: Il Corpo Senile
  • Gli sguardi dei vecchi. Rappresentazioni visive di persone anziane nella Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) e nella Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (FAS), 2022–2024
  • Il corpo del vecchio in Petrarca
  • Dall’anziano fragile all’invecchiamento attivo: rappresentazioni linguistiche della vecchiaia nel discorso pubblico italiano contemporaneo
  • Parte II: Il Corpo Descritto
  • I corpi nella giurisprudenza: tra descrizione e discriminazione
  • «Biondo, bello e di gentile aspetto». Riflessioni nel tempo su alcuni stereotipi della bellezza nella poesia italiana
  • Onomasiologia diacronica – il concetto di ‘magro’
  • Il corpo nel cinema, con un’analisi di È stata la mano di Dio
  • Raccontare il corpo all’infanzia e all’adolescenza. La lingua sfidante del Dizionario folle del corpo di Katy Couprie
  • Parte III: Il Corpo Leso e il Corpo Malato
  • Risarcimento del danno a causa di una lesione corporale. Diritto romano a confronto col diritto del ventunesimo secolo
  • I casi clinici nel giornalismo medico toscano del Settecento: un genere testuale tra tradizione narrativa e segni di modernità
  • «C’è stato un prima, un dopo e c’è l’oggi»: autopatografia e rappresentazione della malattia oncologica
  • «Il virus che colpisce gay e drogati». La narrazione dell’AIDS nei giornali italiani contemporanei
  • Parte IV: Il Corpo in Azione
  • Il corpo nel bodybuilding maschile e femminile: analisi semantico-lessicale dei primi manuali di culturismo italiano
  • Retorica e narrazione del corpo nelle prediche dal Quattro al Seicento
  • Il corpo nella costruzione di una grammatica performativa. Primo sondaggio su trattati ottocenteschi di recitazione
  • Scrivere un gesto, (de)scrivere la danza? Il discorso sul corpo e la corporeità nei testi storici sulla danza
  • Parte V: Il Corpo e le Sue Parti
  • Leonardo da Vinci e la descrizione della macchina umana
  • The binder as garment of transmasculine transition. Ritualized practices and individual experience in the liminal phase
  • La rappresentazione del corpo nella fraseologia fra tradizione letteraria e uso attuale
  • Male detti mancini: storia di un pregiudizio e dei suoi risvolti linguistici
  • Autori e autrici di questo volume
  • Indirizzi

Introduzione

Daniela Pietrini e Mara Papaccio

1. Il corpo nel discorso scientifico e specialistico

Difficile trovare scienze e ambiti specialistici in grado di fare a meno del termine corpo. Nelle scienze naturali si definisce genericamente ‘corpo’ «qualsiasi porzione limitata di materia, che si precisa mediante le caratteristiche di estensione (dimensioni geometriche), divisibilità, impenetrabilità e le proprietà chimiche e fisiche, quali stato di aggregazione, composizione chimica, massa, elettrizzabilità, magnetizzabilità, trasparenza alle varie radiazioni, ecc.» (DSF, s.v. corpo). Innumerevoli le specificazioni: dalla fisica (si pensi ai corpi grigi e neri della termodinamica, distinti in base alla rispettiva capacità di assorbire la radiazione termica rispetto al corpo incidente, cfr. UNINA) alla matematica, in cui il corpo è una struttura algebrica (cfr. EdM, s.v. corpo); dalla chimica, che chiama ‘corpo’ «qualsiasi porzione di materia che può essere descritta e misurata» (GMPE) considerando il corpo semplice come sinonimo di ‘elemento’, all’astronomia con i suoi corpi celesti, cioè i corpi fisici nello spazio, «chiaramente separati dal loro ambiente», come il sole, i pianeti, le stelle, i satelliti (OAE, s.v. corpo celeste); dalla meccanica, che di corpi abbonda (corpo elastico, corpo continuo, corpo rigido, problema a molti corpi ecc., cfr. DSF, s.v. corpo), alla geometria elementare, nei cui vecchi trattati «si chiamavano corpi tutte le figure solide, come i poliedri, il cilindro (circolare), il cono (circolare retto), il tronco di cono, la sfera: questi ultimi quattro si dicono i corpi rotondi della geometria elementare» (Fazio-Allmayer/Giovannoni 1931, s.v. corpo). Ma l’onnipresenza del termine corpo non si limita certo alle scienze naturali: se in filosofia il corpo «è l’antitesi del concetto di anima, della quale il corpo è considerato lo strumento» (GDLI, s.v. corpo), la sociologia parla di corpo sociale per indicare la stretta connessione degli uomini tra di loro, la collettività. Sono tanti anche gli usi di corpo nella terminologia giuridica: si pensi non solo al ben noto corpo del reato, «le cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso nonché le cose che ne costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo» (art. 253 Codice di procedura penale), ma anche alla distinzione degli appalti pubblici in quelli detti “a misura” e nei contratti a corpo, in cui «il costo dell’opera è fisso e determinato globalmente, indipendentemente dalle quantità di materiali utilizzate o dalle ore di lavoro impiegate» (BibLus 2023). Impossibile rendere conto di tutti gli usi specialistici e settoriali di corpo, tanti dei quali omessi nella breve panoramica appena delineata, così come non mancano gli usi figurati, come nell’araldica, in cui corpo indica la parte figurata dell’impresa (cfr. GDLI, s.v. corpo).

Nel linguaggio comune, il corpo per antonomasia è quello umano o animale; tuttavia, per estensione, si parla di corpo anche per indicare gruppi di persone unite da uno scopo o un’attività comune, come nel caso di corpo militare o corpo docente. Infine, si definisce corpo anche «un insieme di cose simili che formano un tutto omogeneo» (TREC, s.v. corpo), come testimonia anche il termine della linguistica corpus (‘corpo’ in latino) in riferimento a raccolte di testi o dati.

2. Il corpo nella comunicazione

In quanto struttura fisica dell’uomo, il corpo è anche un potente strumento di comunicazione. È sul corpo che vengono incisi i tatuaggi, segni dell’appartenenza per eccellenza, un «modo di costruire un senso di identità all’interno del contesto sociale» (De Luca 2023), pratica antica – si pensi ai tatuaggi tribali per segnalare lo status o la fede religiosa – ma ancora attuale, che include anche marchi sul corpo non volontari (come i tatuaggi identificativi imposti ai prigionieri di Auschwitz-Birkenau o quelli di alcuni detenuti).

Inoltre, il corpo può anche fungere da oggetto di espressione artistica: è ciò che accade nell’ampia fenomenologia di manifestazioni della Body art, i cui artisti utilizzano il corpo e la corporeità come strumento di rappresentazione e ricostruzione del reale, talvolta influenzati anche da pratiche orientali di controllo corporeo come la meditazione Zen (cfr. Macrì 1998).

In tema di corporeità e comunicazione è infine obbligato il riferimento al linguaggio del corpo, considerato la forma principale di comunicazione non verbale:

A differenza di quanto accade con la comunicazione verbale, con il corpo non possiamo “tacere”: comunica senza sosta.

Non c’è parte di noi che non trasmetta qualche messaggio: perfino l’erezione di un alluce, uno scatto involontario del ginocchio, l’impronta che una mano bagnata lasciata su un banco tradiscono quello che stiamo provando o i nostri atteggiamenti. (Pacori 2010)

Senza poterci addentrare qui, nell’ambito di una panoramica necessariamente breve e incompleta, nei dettagli delle diverse manifestazioni del linguaggio del corpo, ci limitiamo a sottolineare come il corpo comunichi non solo attraverso gesti e movimenti più o meno volontari (oggetto della cinesica), ma anche in base alla propria posizione nello spazio rispetto agli altri individui, oggetto della prossemica (si ricordino in proposito le accese discussioni sorte attorno al concetto di distanza sociale nell’ambito delle prime fasi dell’emergenza sanitaria da coronavirus, cfr. Pietrini 2020; 2021, 58–59). A ciò si aggiungono ulteriori modalità paralinguistiche di comunicazione (cfr. Faloppa 2011) legate anche al volume della voce e a espressioni “corporee” quali il singhiozzare, il tossicchiare ecc. Non va dimenticata infine, tra le forme di comunicazione realizzate attraverso il corpo, la lingua dei segni, che sfrutta «l’integrazione simultanea e coordinata di più articolatori, manuali [i segni] e non manuali [le labializzazioni, ovvero i movimenti della bocca], all’interno di uno spazio tridimensionale» (Mantovan 2023, 3).

Eppure oggi l’uso del corpo come strumento di comunicazione trascende gli aspetti appena menzionati. Sempre più spesso l’esibizione del (proprio) corpo, che caratterizza l’attuale società della comunicazione, serve per comunicare malattia o sofferenza: i mass-media – non soltanto i social – pullulano non solo di corpi belli, giovani, atletici e sani, ma anche di corpi malati e debilitati. Diversi i motivi alla base dell’esposizione mediatica o comunque pubblica del proprio corpo malato: a parte qualche caso di esibizionismo estremo, mostrare la sofferenza e i segni fisici della malattia (cicatrici, dimagrimento eccessivo, perdita di capelli ecc.) è considerato soprattutto un modo per lanciare messaggi di resilienza e di speranza. Tra i casi più recenti e noti ricordiamo il rapper Fedez che, 48 ore dopo un’operazione per un tumore al pancreas, «condivide [sul proprio profilo Instagram] alcuni scatti del pre e del post tra cui un dettaglio dell’organo e l’immagine di una cicatrice profonda» («Fedez mostra la cicatrice sui social. “Operato per un tumore al pancreas”», Quotidiano nazionale, 25-03-2022, https://www.quotidiano.net/cronaca/fedez-mostra-la-cicatrice-sui-social-operato-per-un-tumore-alpancreas-900be121). Un altro caso particolarmente significativo riguarda il campione olimpico di salto in alto Gianmarco Tamberi che, alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi 2024, pubblica sul proprio profilo Instagram dapprima una foto di sé stesso «davanti allo specchio in mutande, con una tartaruga addominale scolpita in un ventre così magro da lasciare spazio praticamente solo al disegno dei sottili fasci muscolari. Una foto scioccante» («Tamberi magro per le Olimpiadi: i rischi per lui e il messaggio. “Non imitatelo”», 06-07-2024, Corriere della sera, https://www.corriere.it/sport/olimpiadi/24_luglio_06/tamberi-magro-rischi-olimpiadi-087fa193-673e-4fe2-a42e-25fc-76c1axlk.shtml), per giunta corredata dell’indicazione dei valori – estremi – di massa magra e grassa raggiunti. Poi, colpito da una colica renale immediatamente prima della finale olimpica, l’atleta pubblica anche una foto del proprio braccio, con tanto di ago della flebo in primo piano, scattata in ambulanza1. Completa questa breve carrellata di esempi la modella Bianca Balti, che durante la sua partecipazione come co-presentatrice alla serata finale del festival di Sanremo 2025 non ha celato in alcun modo, anzi li ha esibiti, i segni del tumore che l’ha colpita, sfilando senza capelli, senza parrucca e con una lunga cicatrice post-operatoria sulla pancia, ben visibile grazie a un taglio ad hoc dell’abito da sera indossato (cfr. «Bianca Balti alla finale di Sanremo 2025, senza capelli e con cicatrice a vista, invita a trovare la bellezza autentica ovunque», 16-02-2025, Vogue Italia, https://www.vogue.it/article/bianca-balti-sanremo-2025-bellezza-autentica-senza-filtri).

3. I discorsi sul corpo

Al centro del discorso pubblico contemporaneo non figurano solo il corpo “perfetto” e quello sano e/o malato, ma anche il corpo che potremmo definire “quotidiano”, messo in scena nella sua dimensione ordinaria, con o senza trucco, nudo o vestito, prima o dopo la dieta, con o senza rughe. Insomma, a ragione possiamo considerare il tema del corpo nel suo insieme come un elemento caratterizzante della contemporaneità: dopo aver in gran parte perso le convinzioni religiose o laiche tradizionali e abbandonato l’entusiasmo ideologico, sembra che la società industrializzata occidentale abbia trovato nel culto del corpo un filo conduttore. Il corpo occupa senza dubbio un posto centrale nel nostro universo simbolico, nella misura in cui il nostro stile di vita attuale è fortemente caratterizzato dalla preoccupazione per il corpo (bellezza, salute, fitness, alimentazione, giovinezza ecc.). La corporeità è sempre coinvolta nei discorsi e nei processi di rappresentazione e percezione: «Körper sind [...] Normalitäts- und östhetikdiskursen unterworfen2» (Bruner 2005, 33).

Dal punto di vista discorsivo, inoltre, il corpo può diventare anche un bersaglio: spesso alcuni processi corporei e caratteristiche fisiche (come l’invecchiamento, la disabilità, l’obesità) vengono tabuizzati o fungono da pretesto per atti di discriminazione (ageismo, abilismo, body shaming ecc.). Ed è proprio da un convegno precedente sulla discriminazione linguistica, intitolato “Lingua e discriminazione – La lingua contro la discriminazione” (cfr. Pietrini 2023a), che nasce l’idea di un progetto incentrato sugli aspetti linguistici dei discorsi sulla corporeità. Nel contesto degli studi sul rapporto tra lingua e discriminazione, oltre a tematiche come il genere o l’appartenenza etnica, è emersa infatti la rilevanza del discorso sul corpo, con il quale si sono confrontati alcuni dei contributi linguistici presentati (Clemenzi 2023; Miani 2023; Pietrini 2023b; Willenberg 2023), ma soprattutto è emersa l’opportunità, se non la necessità, di trattare separatamente la corporeità da una prospettiva linguistica.

Sebbene la tematica del corpo dal punto di vista sociologico, antropologico, religioso, medico, psicologico, giuridico e artistico abbia dato luogo a una vivace produzione scientifica, gli studi linguistici sul parlare del corpo sono ancora insufficienti. Tuttavia, l’analisi della costruzione linguistica e della concettualizzazione del corpo è particolarmente rilevante, perché attraverso lo studio linguistico del lessico, delle connotazioni, delle meta-fore, dei topoi argomentativi ecc. è possibile riflettere su come si produce il sapere in relazione al corpo, nonché evidenziare i modelli di pensiero concorrenti e i rapporti sociali di potere che vi si riflettono. Dal desiderio di colmare almeno parzialmente questa lacuna nasce il progetto “Discorsi sul corpo nel tempo – aspetti linguistici”, interamente finanziato dal DAAD (Deutscher Akademischer Austauschdienst – “Servizio Tedesco per lo Scambio Accademico”) nell’ambito del programma Hochschuldialog mit Südeuropa (“Dialogo tra le università tedesche e dell’Europa meridionale”)3, di cui questo volume rappresenta l’atto conclusivo. La ricerca, promossa dall’Università di Augusta in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia (DILEF) dell’Università di Firenze, si è posta l’obiettivo principale di analizzare aspetti linguistici della corporeità sull’esempio dell’italiano attraverso il lavoro parallelo e condiviso di studiosi – prevalentemente italianisti – afferenti a università italiane e tedesche. Lo studio della rappresentazione linguistica di aspetti controversi della corporeità (giovinezza, invecchiamento, presunta normalità, diversità, bellezza, corpi reali vs. virtuali o idealizzati, alcune funzioni corporee ecc.) si è sviluppato secondo due linee principali di ricerca: da un lato la ricostruzione delle rappresentazioni linguistiche della corporeità in una prospettiva diacronica e di semantica storica per mettere in luce i processi di sedimentazione delle rispettive associazioni di significato, dall’altro lo studio della costruzione linguistica, della percezione e della valutazione dei corpi attraverso esempi attuali e all’interno di spazi e media comunicativi selezionati (stampa, letteratura, testi giuridici, film, trattatistica di vario orientamento ecc.).

4. I saggi di questo volume

I contributi raccolti in questo volume rappresentano una selezione dei lavori presentati durante il convegno conclusivo del progetto, che ha avuto luogo ad Augusta dal 23 al 26 ottobre 2024 nei locali della Zeughaus (v. Fig. 1).

L’eterogeneità dei temi trattati (malattia, vecchiaia, bellezza, magrezza e grassezza, performance ecc.) e dei metodi di analisi applicati (dall’analisi lessicografica tradizionale alla linguistica del discorso di matrice francese e tedesca) mette in evidenza la ricchezza di aspetti della tematica della corporeità, molti dei quali ancora da esplorare in prospettiva linguistica. Spicca anche la varietà dei contesti comunicativi analizzati, che vanno dalla stampa generalista (Auch, Pietrini, Valenti) e scientifica (Meier) alla letteratura (Forner, Gualdo, Rumine e, riguardo all’infanzia, Tarallo), dai testi giuridici (Becker, Clemenzi) alla trattatistica teatrale (Nobili, Rothenberger), dalle prediche (Merida) ai manuali di culturismo (Mantovani), dall’autonarrazione (Hein, Orrù) alla rappresentazione cinematografica (Rossi), dai dizionari (Paulikat) a testi di pedagogia e di antropologia criminale (Setti/Miani) fino agli scritti leonardeschi (Fanini). Resta infine da menzionare l’interdisciplinarietà del volume, risultato del lavoro collettivo di studiosi di discipline in parte anche molto distanti tra loro.

Figura 1: Locandina del convegno internazionale “Discorsi sul corpo nel tempo – Aspetti linguistici” (realizzazione grafica Universität Augsburg)
Figura 1: Locandina del convegno internazionale “Discorsi sul corpo nel tempo – Aspetti linguistici” (realizzazione grafica Universität Augsburg)

Il volume consta di sei sezioni che raggruppano i contenuti in base agli aspetti della corporeità (vecchiaia, malattia, performatività, singole parti del corpo ecc.) posti volta per volta in primo piano.

Apre il volume la sezione dedicata alla rappresentazione della senilità, tema centrale nel contesto dei discorsi attuali sul corpo. Utilizzando gli strumenti della semiotica, Anke Auch analizza i corpi degli anziani così come essi vengono rappresentati nelle fotografie pubblicate nel quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) dal 2022 al 2024, constatando il ricorrere di una forma di othering, per cui gli anziani rappresentati risultano in un certo senso già fuori dalla scena della vita. Si sposta invece nell’ambito letterario Fabio Forner, che si dedica alle rappresentazioni del corpo senile nell’opera di Petrarca. Oltre a ricostruirne le caratteristiche fisiche nel Canzoniere e in alcune opere latine del poeta, Forner analizza anche alcune illustrazioni grafiche dei corpi senili petrarcheschi realizzate prima del XIX secolo.

Con il saggio di Daniela Pietrini è la lingua a essere al centro dell’attenzione. L’autrice analizza la rappresentazione linguistica della vecchiaia nella stampa italiana attuale, sia quotidiana sia periodica, utilizzando gli strumenti dell’analisi linguistica del discorso. Dopo aver identificato i filoni discorsivi principali e le rispettive parole chiave, Pietrini si dedica in particolare allo studio delle denominazioni collettive per le persone anziane e alla costruzione linguistica dei concetti di vecchiaia e invecchiamento.

I saggi della seconda sezione del volume, pur concentrandosi su aspetti diversi della corporeità, sono accomunati dall’analisi di testi in cui il corpo o alcune sue caratteristiche, per motivi e scopi diversi (identificativi, evocativi, esplicativi ecc.), vengono descritti. Nel suo contributo sui corpi nella giurisprudenza Laura Clemenzi combina metodi quantitativi e qualitativi per indagare la rappresentazione linguistica di caratteristiche fisiche quali la grassezza e la magrezza all’interno di sentenze emesse negli ultimi trent’anni; facendo ciò l’autrice tiene conto sia dell’evoluzione semantica di alcuni lessemi in prospettiva diacronica sia delle diverse percezioni di uno stesso termine a seconda dell’ambiente linguistico in cui viene utilizzato.

È la bellezza il tema centrale del contributo di Riccardo Gualdo, che ripercorre in prospettiva diacronica dalle origini al Settecento la tradizione poetica e letteraria italiana con l’obiettivo di identificare i topoi prevalenti nella descrizione del corpo e della bellezza femminile e maschile, verificandone persistenze, cambiamenti e ritorni.

Details

Pages
398
Publication Year
2025
ISBN (PDF)
9783631932919
ISBN (ePUB)
9783631932926
ISBN (Hardcover)
9783631932902
DOI
10.3726/b23113
Language
Italian
Publication date
2025 (December)
Keywords
linguistica corpo analisi del discorso lessico metafore diacronia othering vecchiaia malattia gender discorsi nei media discriminazione arti performative topoi letterari linguaggi specialistici
Published
Berlin, Bruxelles, Chennai, Lausanne, New York, Oxford, 2025. 398 p., 8 ill. a colori, 9 ill. b/n, 12 tab.
Product Safety
Peter Lang Group AG

Biographical notes

Daniela Pietrini (Volume editor) Mara Papaccio (Volume editor)

Daniela Pietrini è professoressa ordinaria di Linguistica romanza presso l'Università di Augusta. Si occupa di analisi del discorso, linguistica variazionale e testuale, formazione delle parole, pratiche discorsive nei media, italiano e francese contemporanei. Per Peter Lang ha curato recentemente il volume Lingua e discriminazione. Studi diacronici, lessicali e discorsivi (2023). Mara Papaccio è ricercatrice in Linguistica Italiana presso la cattedra di Linguistica Romanza (Prof. Dr. Daniela Pietrini) dell'Università di Augusta. Si occupa di linguistica variazionale, sociolinguistica e italiano contemporaneo nei media, in particolare nel cinema.

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