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Il «Thesaurus pauperum» in volgare padovano: edizione critica del ms. Ham 514 della Biblioteca Statale di Berlino con commento linguistico e glossario

by Sandra Strugała (Author)
©2025 Others 404 Pages

Summary

Il Thesaurus pauperum è una raccolta latina di consigli medici e terapeutici del XIII secolo, popolare nel Medioevo, come dimostrano le numerose copie sopravvissute fino a oggi. Il trattato di Pietro Spano si diffuse in tutta Europa e fu prontamente tradotto nelle lingue volgari. Le prime traduzioni in volgare apparvero a metà del XIV secolo, a pochi decenni dopo la produzione delle copie latine.
Il volume indaga le origini della tradizione vernacolare veneta del trattato, la quale non è ancora stata oggetto di un approfondito esame filologico e linguistico. Ne è frutto un’edizione critica del testimone padovano Ham. 514 conservato presso la Staatsbibliothek di Berlino, fino ad oggi inedito. La restitutio textus dell’unico testimone veneto risalente al XIV secolo, è accompagnata da un’analisi linguistica con commento e da un glossario di termini botanici, farmacologici e medici.
La documentazione del padovano antico qui offerta ha l’ambizione di diventare la prima ad essere pubblicata, con la speranza di entrare a far parte delle risorse filologiche che possono diventare spunto per ulteriori ricerche filologiche e linguistiche.

Table Of Contents

  • Copertina
  • Pagina del titolo
  • Pagina del copyright
  • Indice
  • Premessa
  • CAPITOLO 1 Il Thesaurus pauperum
  • 1.1 Genere, struttura e contenuto
  • 1.2 Fonti del Thesaurus pauperum
  • 1.3 Datazione e circolazione dell’opera
  • 1.4 L’ipotesi sull’autore del Thesuarus pauperum
  • CAPITOLO 2 I volgarizzamenti italiani del Thesaurus pauperum
  • 2.1 La recensio dei testimoni italiani
  • 2.2 Panoramica dei testimoni italiani
  • Testo A
  • Testo B
  • Testo C
  • Testo D
  • Testo E
  • Antologie
  • Miscellanee
  • Ricette occasionali
  • CAPITOLO 3 Tradizione veneta del ricettario
  • 3.1 Descrizione codicologica dei testimoni veneti
  • 3.2 Metodologie di ricerca
  • CAPITOLO 4 Edizione critica
  • 4.1 Descrizione del manoscritto Ham. 514
  • 4.2 Criteri di trascrizione
  • 4.3 Testo dell’edizione
  • Note al testo
  • CAPITOLO 5 Analisi linguistica
  • 5.1 Le varietà venete a cavallo tra Tre- e Quattrocento
  • 5.2 Le indagini preliminari
  • 5.3 Caratteristiche linguistiche del volgarizzamento
  • 5.3.1 Grafia
  • 5.3.2 Vocalismo
  • 5.3.3 Consonantismo
  • 5.3.4 Fenomeni generali
  • 5.3.5 Morfologia nominale
  • 5.3.6 Morfologia verbale
  • 5.3.7 Sintassi
  • 5.4 Osservazioni finali
  • 5.5 Terminologia medica del Thesaurus pauperum
  • 5.5.1 Suffissazione
  • 5.5.2 Glosse
  • 5.5.3 Perifrasi
  • 5.5.4 Sinonimi
  • 5.5.5 Prestiti
  • CAPITOLO 6 Glossario dei termini medico-botanici del volgarizzamento padovano
  • 6.1 Introduzione
  • 6.2 Struttura del glossario
  • 6.3 Glossario
  • 6.4 Scioglimento delle abbreviazioni bibliografiche dei corpora OVI e TLIO
  • Bibliografia
  • Dizionari
  • Corpora e banche dati digitali
  • Appendice

Sandra Strugała

Il Thesaurus pauperum in
volgare padovano: edizione critica
del ms. Ham 514 della Biblioteca
Statale di Berlino con commento
linguistico e glossario

Lausanne · Berlin · Bruxelles · Chennai · New York · Oxford

Informazioni bibliografiche pubblicate dalla Deutsche Nationalbibliothek

La Deutsche Nationalbibliothek elenca questa pubblicazione nella Deutsche Nationalbibliografie; i dati bibliografici dettagliati sono disponibili online all’indirizzo: http://dnb.d-nb.de.

ISBN 978-3-631-92400-6 (Print)

ISBN 978-3-631-92401-3 (E-PDF)

ISBN 978-3-631-93923-9 (E-PUB)

DOI 10.3726/b22987

Pubblicato da Peter Lang GmbH, Berlino (Germania)

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Ciò vale in particolare per riproduzioni, traduzioni, microfilmature e archiviazione o elaborazione in sistemi elettronici di recupero dati.

Indice

Premessa

CAPITOLO 1 Il Thesaurus pauperum

1.1 Genere, struttura e contenuto

1.2 Fonti del Thesaurus pauperum

1.3 Datazione e circolazione dell’opera

1.4 L’ipotesi sull’autore del Thesuarus pauperum

CAPITOLO 2 I volgarizzamenti italiani del Thesaurus pauperum

2.1 La recensio dei testimoni italiani

2.2 Panoramica dei testimoni italiani

CAPITOLO 3 Tradizione veneta del ricettario

3.1 Descrizione codicologica dei testimoni veneti

3.2 Metodologie di ricerca

CAPITOLO 4 Edizione critica

4.1 Descrizione del manoscritto Ham. 514

4.2 Criteri di trascrizione

4.3 Testo dell’edizione

CAPITOLO 5 Analisi linguistica

5.1 Le varietà venete a cavallo tra Tre- e Quattrocento

5.2 Le indagini preliminari

5.3 Caratteristiche linguistiche del volgarizzamento

5.3.1 Grafia

5.3.2 Vocalismo

5.3.3 Consonantismo

5.3.4 Fenomeni generali

5.3.5 Morfologia nominale

5.3.6 Morfologia verbale

5.3.7 Sintassi

5.4 Osservazioni finali

5.5 Terminologia medica del Thesaurus pauperum

5.5.1 Suffissazione

5.5.2 Glosse

5.5.3 Perifrasi

5.5.4 Sinonimi

5.5.5 Prestiti

CAPITOLO 6 Glossario dei termini medico-botanici del volgarizzamento padovano

6.1 Introduzione

6.2 Struttura del glossario

6.3 Glossario

6.4 Scioglimento delle abbreviazioni bibliografiche dei corpora OVI e TLIO

Bibliografia

Appendice

Premessa

Affrontare la trattatistica medica medievale in volgare significa, in larga misura, esplorare i volgarizzamenti di testi latini. Tra questi spicca il Thesaurus pauperum, uno dei ricettari medici più tradotti e divulgati dell’epoca, tramandato attraverso circa 100 testimonianze, sia in latino che in volgare.

Il genere del ricettario si sviluppa in Europa a partire dalla prima metà del Trecento. Tra le opere più significative si annovera quella tradizionalmente attribuita a Pietro Spano1, fondamentale per l’evoluzione pratica della medicina e per la definizione del mestiere del medico. Il trattato è, almeno all’apparenza, un compendio ad uso dei ceti popolari che offre rimedi semplici per quasi tutte le malattie che affliggono l’uomo: «Quod opus uolo Thesaurum pauperum nominari, illi hoc opus assignans, qui Pater Pauperum nominatur. In quo, si attente legatur, omnium fere infirmitatum faciles et efficaces iuenientur medicine, si medicus illum cooperatorem habuerit, qui creauit de terra Medicinam». In realtà, il ricettario non era espressione della medicina popolare, come si soleva credere; esso appartiene alla medicina colta, fondata su grandi autorità del passato, accessibile solo a chi era medico di professione.

Non si tratta di un’opera originale nell’accezione moderna della parola, poiché in sostanza è una compilazione di brani estratti dalla trattatistica medica più diffusa all’epoca, che attinge da autori classici e coevi. Le ricette del Thesaurus, estrapolate da importanti trattati latini di medicina e compilate in un’unica redazione, propongono un’azione terapeutica basata su medicine composte da ingredienti di facile reperibilità, fornendo le modalità di preparazione e di applicazione di farmaci, unguenti e pozioni, utili a chi ne faceva un uso attivo. Nel complesso, le prescrizioni raccolte riflettono lo stato delle conoscenze mediche antiche e medievali, per secoli non sottoposte a un giudizio critico e ragionevole che potesse verificarne i reali effetti terapeutici (Pesante 2007: 9).

La rapida diffusione delle copie del Thesaurus pauperum è il risultato della dinamica cultura medievale, che si sviluppa grazie ai grandi centri del sapere medico, tra cui la Scuola Salernitana, che deteneva un ruolo importante nella trasmissione delle opere mediche e farmaceutiche. A partire dal XIII secolo prese il sopravvento la medicina universitaria, facendo crescere l’interesse per l’uomo e la malattia. Il clima favorevole creatosi in tal modo diede una decisiva spinta alla produzione delle scritture mediche e al proliferare di copie volgari di trattati latini esistenti. Non è diverso il caso del Thesaurus, che in un arco di tempo relativamente breve venne tradotto in diversi volgari europei, tra i quali le varietà italoromanze rappresentano la maggioranza. Nel Medioevo, la trattatistica medica colta e universitaria era scritta esclusivamente in latino, lingua per eccellenza della scienza, mentre i trattati redatti nei vari volgari restavano circoscritti a una sfera culturale di livello inferiore (Altieri Biagi 1990: 191). Tale ‘bilinguismo’ latino-volgare, mantenuto ancora per qualche secolo fino alla piena affermazione del volgare per le scritture di alto livello, corrispondeva alla bipartizione della trattatistica medica teorica-alta in latino e in quella pratica-bassa in volgare; gli unici testi di medicina colta in volgare allora in circolazione erano appunto i volgarizzamenti di opere latine (Frosini 2014: 47-48).

Al successo del genere-ricettario contribuì anche la sua struttura chiara e la metodica organizzazione dei contenuti, i quali, attraverso un indice ben predisposto e le rubriche appositamente distinte, facilitavano la consultazione del volume e il rapido reperimento della ricetta desiderata. Nei ricettari medievali di medicina pratica si soleva catalogare i disturbi secondo l’ordine a capite ad calcem. Con il passare del tempo la loro struttura sopravvive alquanto inalterata, così come per secoli rimane invariata la concezione della malattia nella sua dimensione teorica e pratica.

La proliferazione delle copie che recavano il testo del Thesaurus pauperum ha portato inesorabilmente alla questione dell’integrità del trattato; le modifiche apportate per secoli hanno comportato l’offuscamento del carattere originario dell’opera a cui i filologi non hanno potuto rimediare. Tentare una ricostruzione della versione autentica del testo implica misurarsi con i problemi della sua contaminazione e dell’individuazione dei frammenti stratificatesi successivamente su quelli già esistenti, il che richiede un esame complessivo di tutti gli esemplari disponibili, che a volte può essere impossibile da eseguire a causa di sostanziali lacune materiali. I testimoni superstiti della vasta tradizione veneta ci rivelano versioni quasi sempre divergenti, mai identiche, che si caratterizzano per un’elevata selettività del contenuto.

Gli scritti di medicina pratica medievale fino a qualche decennio fa non erano oggetto di particolare interesse da parte dei filologi e la stessa sorte è toccata al Thesaurus pauperum. Tra i motivi di tale situazione vi è l’oggettiva difficoltà di restituire i testi medico-scientifici attraverso l’adozione di criteri filologici affidabili, innanzitutto a causa delle ampie dimensioni della tradizione manoscritta che di solito hanno i trattati di medicina.

Lo stato della ricerca sulle opere mediche medievali rimane tuttora insoddisfacente, nonostante di recente si siano moltiplicati gli sforzi, che hanno portato alla pubblicazione di edizioni critiche, fornendo significativi progressi in questo campo. Citiamo in merito le pubblicazioni più rilevanti dell’ultimo decennio: Tomasin 2010, Piro 2011, D’Anzi 2012, Castrignanò 2014, Sosnowski 2014, Zamuner 2015, Zarra 2018, Ventura 2020. Per quanto riguarda il Thesaurus volgare va segnalata la pubblicazione di Zarra con la recensio attualizzata e con valide proposte circa il raggruppamento di famiglie di codici recanti i volgarizzamenti del ricettario.

Infatti, specie negli ultimi anni, l’esplorazione delle opere mediche di Pietro Spano pare finalmente privilegiare la tradizione vernacolare a scapito di quella latina, sebbene entrambe richiedano ancora studi approfonditi. L’idea di un lavoro filologico su un volgarizzamento di argomento scientifico, attraverso il quale è possibile aggiungere un tassello a una tradizione manoscritta ancora poco esplorata, pare particolarmente attraente, per non dire necessaria, soprattutto a causa dell’esiguità delle edizioni critiche moderne del Thesaurus pauperum volgare.

* * *

La presente pubblicazione, nata da un crescente interesse per il Thesaurus pauperum e avente come oggetto l’edizione critica di un suo volgarizzamento, ambisce a dare un significativo contributo alla ricerca sulla tradizione volgare dell’opera, della quale intende, secondo le proprie competenze, colmare la considerevole lacuna relativa all’analisi filologica dei manoscritti veneti.

Il nucleo del presente lavoro è costituito dall’edizione del testo del ricettario conservato nel ms. Ham. 514 della Staatsbibliothek di Berlino, che reca un volgarizzamento fino ad oggi inedito. Nel contesto della produzione letteraria della farmacopea medievale, i volgarizzamenti non hanno suscitato un particolare interesse negli studiosi, con appena tre edizioni critiche pubblicate, che non rendono pienamente conto della complessa rete di relazioni intercorse all’interno della vasta tradizione latina e volgare di questo testo.

Tra le indagini condotte sul nostro ricettario con risultati apprezzabili riteniamo opportuno menzionare l’unica edizione critica del Thesaurus pauperum latino a cura di Maria Helena da Rocha Pereira (1973), da più di cinquanta anni non rivista e non aggiornata, nonché i due importantissimi contributi inerenti ai volgarizzamenti italiani: l’edizione critica del volgarizzamento siciliano curata da Stefano Rapisarda (2001) e, più recentemente, l’edizione del volgarizzamento pisano ad opera di Giuseppe Zarra (2018). La relativamente scarsa attenzione prestata al ricettario negli ultimi anni si è trasformata in un vivo interesse nei suoi confronti, sfociato in un lavoro filologico approfondito e proficuo, col censimento aggiornato e la puntuale descrizione dei singoli volgarizzamenti.

L’edizione critica del ricettario è stata realizzata con l’obiettivo di restituire un testo mai precedentemente pubblicato. È stata condotta in base a un singolo testimone, BER (ms. Ham. 514), il quale è un esemplare autorevole, innanzitutto per antichità (si tratta dell’unico testimone trecentesco della famiglia veneta), dotato inoltre di un’eccezionale qualità linguistica. Altrettanto rilevanti sono l’analisi della lingua del ricettario e la preparazione di un glossario dei termini ricorrenti, corredato da un commento etimologico e lessicografico. Il lavoro include anche la descrizione di tutti i testimoni veneti presenti nei censimenti, proponendo una possibile collocazione di ciascuno all’interno della tradizione del Thesaurus pauperum in volgare.

Il presente lavoro filologico si attiene alle metodologie tradizionali per la preparazione delle edizioni critiche dei testi medievali, con l’obiettivo principale di restituire il testo nella sua forma autentica, il più fedele possibile all’intento dell’autore. Il Thesaurus pauperum, essendo un ricettario strutturalmente modulare, è innanzitutto, rispetto ad altri generi di testi di medicina medievali, un testo per sua natura aperto e dinamico, soggetto a manipolazioni e variazioni operate dai copisti nel corso dei secoli, non dovrebbe essere analizzato separatamente rispetto alla precedente tradizione manoscritta latina e volgare, in quanto si inserisce in un quadro di relazioni testuali più ampio, impossibile da definire in base a un solo testimone. L’analisi preliminare della tradizione veneta nel presente lavoro dovrebbe costituire un valido punto di partenza per ulteriori ricerche sui complessi rapporti tra singoli testimoni veneti, ancora da determinare.

L’esame del patrimonio del Thesaurus pauperum richiede senz’altro uno sguardo globale sull’intera tradizione del testo; solo avendo a disposizione una grande quantità di dati è possibile formulare un giudizio sicuro su cui fondare le basi critiche e le solide metodologie ricostruttive da adottare nel caso di un testo così complesso. Spero con questo lavoro di aver risposto almeno in buona parte alle esigenze di ricerca che una tradizione manoscritta così ricca pone di fronte a un filologo2.

CAPITOLO 1 Il Thesaurus pauperum

1.1 Genere, struttura e contenuto

Il Thesaurus pauperum è un trattato latino di argomento medico-scientifico che raccoglie prescrizioni terapeutiche, pratiche e semplici da mettere in atto, appartenente al genere-ricettario3. L’autore dell’opera si ispirò a variegate fonti di epoche precedenti, principalmente trattati greci e latini (tra cui si trovano le opere di Galeno, Ippocrate, Dioscoride) e medioevali; tra questi ultimi di maggior importanza si rivelano i testi che dobbiamo alla Scuola Salernitana. Tuttavia, a livello contenutistico, il genere non si limita all’Occidente cristiano-latino, ma attinge a piene mani anche alla ricca tradizione orientale che ebbe notevoli successi in campo medico, pervenutaci grazie alle traduzioni di trattati arabi.

A livello strutturale il ricettario mostra una straordinaria regolarità e completezza; dal punto di vista formale è diviso in sezioni, ciascuna delle quali è dedicata a una malattia specifica; l’opera è preceduta da un indice aderente allo schema a capite ad calcem ‘dalla testa ai piedi’ che organizza la distribuzione delle ricette.

Il Thesaurus pauperum è, dunque, una sorta di manuale di facile consultazione in cui si parte dalle malattie del capo e, attraverso le patologie che investono le parti medie del corpo, si arriva ai piedi. L’indice rimanda il malato alla specifica soluzione medica o terapeutica attraverso un’apposita rubrica che favorisce una rapida consultazione dell’opera, consentendo un’immediata reperibilità della terapia ricercata.

Se si esamina più da vicino la composizione delle singole ricette4, non si può fare a meno di rilevare una certa regolarità strutturale, che si manifesta nell’impiego di alcuni costrutti fissi, nella costante ripetizione di formule, nell’impiego di ‘item’ all’inizio di ogni ricetta (in altri testimoni si hanno ‘accipe’, ‘recipe’, nei volgarizzamenti si ricorre talvolta ad ‘ancora’), nel ricorso alla frase coordinata usata di norma per polisindeto, nella congiunzione coordinativa e o et all’inizio di periodo, talvolta posta a capo della rubrica, e nei regolari riferimenti agli auctores, ovvero agli autori di trattati medici, chirurgici e farmaceutici antichi e medievali (Rapisarda 2001: VIII).

Details

Pages
404
Publication Year
2025
ISBN (PDF)
9783631924013
ISBN (ePUB)
9783631939239
ISBN (Hardcover)
9783631924006
DOI
10.3726/b22987
Language
Italian
Publication date
2025 (December)
Keywords
filologia volgari veneti del Medioevo volgarizzamenti grammatica storica edizione critica storia della lingua italiana
Published
Berlin, Bruxelles, Chennai, Lausanne, New York, Oxford, 2025. 404 p., 3 ill. b/n.
Product Safety
Peter Lang Group AG

Biographical notes

Sandra Strugała (Author)

Sandra Strugała è docente presso l’Istituto di Lingue e Letterature Moderne dell’Università Komisji Edukacji Narodowej w Krakowie. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca presso l'Università Jagellonica di Cracovia. È autrice del volume I doveri del sovrano di Bornio da Sala nel ms. Hamilton 112 della Staatsbibliothek di Berlino (Kraków 2016).

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