La collana «Il secolo lungo. Letteratura italiana (1796-1918)» diretta da Claudio Gigante e Dirk Vanden Berghe si arricchisce di un nuovo volume. Voyages et voyageurs en Italie au XIXe siècle / Viaggi e viaggiatori in Italia nell’Ottocento, a cura di Sabina Gola e Dirk Vanden Berghe, è la collettanea di studi bilingue dedicata ai percorsi di viaggio, di letterati e artisti, di archeologi ed esploratori, che nell’Ottocento scelgono l’Italia come meta di arrivo e di scrittura. La nota dei curatori presenta le origini e le finalità dell’opera, che accoglie nella prima parte cinque saggi in francese presentati al convegno Amo la tua gloria e la tua bellezza di Bruxelles nel 2011 e nella seconda parte tre successivi contributi in lingua italiana. In apertura, la prefazione di Nicolas Bourginat introduce le evoluzioni storiche del viaggio italiano, attraverso i cambiamenti sociali e sociologici ritratti nelle scritture odeporiche, seguendo gli itinerari dell’immaginario romantico dal romanzo alla scrittura giornalistica, dall’Italia all’Europa.  

Philippe Antoine in Faire le voyage d’Italie studia l’esperienza viatorica, come forma di apprendimento e di ricerca che pone al centro della scena il poeta-viaggiatore e osservatore partecipante, le cui emozioni e sensazioni filtrano dalle narrazioni odeporiche. L’analisi dei testi contempla scritture di viaggio personali, autobiografiche (Chateaubriand) ed epistolari (Misson, Stendhal) non immuni all’esaltazione descrittiva del paesaggio e al fascino dell’altrove.  

Sabine Verhulst in Un romantique des Lumières en Italie: le Grand Tour d’André Jacopssen segue l’itinerario letterario dello studioso fiammingo Jacopsenn sia a livello biografico, ripercorrendo le tappe delle sue esplorazioni sulle orme dei viaggiatori del Grand Tour, dalla Francia, alla Svizzera, all’Italia, sia a livello culturale, studiando gli scritti autobiografici che raccontano il suo passaggio nei principali siti archeologici italiani e le visite alle collezioni museali nei viaggi a Napoli e in Sicilia. Le note, gli appunti di viaggio e lettere testimoniano gli incontri letterari (come a Roma con Leopardi) di un attento osservatore delle pratiche educative, mediche e religiose dell’epoca.  

Christoph De Spiegeleer in Charles Potvin et le Risorgimento: une histoire transnationale ritrae da una prospettiva transnazionale l’impegno politico-filosofico, poetico, giornalistico e teatrale di Potvin, scrittore e drammaturgo, in pieno clima risorgimentale, a partire dal viaggio del 1853 che lo condurrà dal Belgio all’Italia, da Firenze a Roma. 

Il saggio di Christine Dupont Du séjour d’étude à la promenade touristique. Artistes belges en Italie avant et après l’Unité prende in esame la letteratura di viaggio belga e in particolare si sofferma sull’evoluzione del viaggio artistico in Italia, tra gli anni Trenta e Sessanta dell’Ottocento e dopo il 1880, come esperienza di formazione per pittori, scultori e architetti belgi (Wiertz, Robert, Mathieu, Lies, Spitaels, Huysmans). Gli itinerari artistici hanno come meta imprescindibile del pellegrinaggio culturale Roma, città eterna, ma si snodano di frequente anche nell’Italia meridionale, sulle tracce di poeti e artisti italiani. Dalla corrispondenza di Heiltz, pittore di paesaggio, si nota come il resoconto di viaggio aderisca gradualmente all’orizzonte stilistico della descrizione pittorica. 

Due contributi affrontano poi in specie il cammino dei briganti: Le brigandage légitimiste dans le Sud de l’Italie post-unitaire et le marquis Alfred de Trazegnies d’Ittre di Olivier Leruth e Ludwig Richard Zimmermann: dalla Germania al Lazio meridionale per combattere i briganti di Francesca De Caprio. Leruth rievoca il viaggio del marchese Trazegnies – avventuriero belga che entra a a far parte della storia del brigantaggio meridionale in Italia – dall’arrivo a Roma, alle spedizioni con le bande armate di briganti, sino alla sua esecuzione da parte del governo piemontese, puntualmente testimoniata dalle fonti documentarie. De Caprio ripercorre il viaggio del tenente Zimmermann in Italia e la sua partecipazione alle bande dei briganti nel Lazio con un attento studio critico delle Memorie di un ex Capo-brigante, resoconto di viaggio nell’anno di brigantaggio. 

Infine, Gennaro Ambrosino in Un itinerario di viaggio tra le necropoli etrusche dell’Italia centrale. Francesco Orioli e le memorie archeologiche viterbesi presenta le esplorazioni dell’archeologo Orioli con acute analisi degli scritti, delle memorie e delle descrizioni di viaggio da una duplice prospettiva: sia didattico-scientifica, di studio e di ricerca delle antichità etrusche; sia promozionale, finalizzata alla valorizzazione dei siti di interesse archeologico nel territorio viterbese. 

La Roma dell’Ottocento come panottico del viaggio in Italia degli italiani di Stefano Pifferi conclude l’opera con una importante riflessione sulla multiforme relazione che lega la scrittura odeporica al luogo letterario (attraverso i testi di viaggio di Malpica, Acerbi, De Mojana e De Amicis), inquadrando i percorsi che hanno condotto i letterati nella capitale, per Leopardi città del passato («città d’ancien régime»), per Imbriani e Faldella proiettata nel futuro.

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